Il Santo Rosario e il Peccato, Oggi

Corso Biblico 2019/2020

IL SANTO ROSARIO

Una breve storia del Santo Rosario

Fra tutte le devozioni in onore della Madonna, una delle più amate e praticate dal popolo cristiano è la recita devota del S. Rosario. Da oltre ottocento anni la Chiesa l’ha accolta e si è adoperata a diffonderla, dapprima tra la gente semplice ed contadina e in seguito tra tutte le categorie del popolo di Dio. La sua origine risale a quel rifiorire di manifestazioni nuove della devozione verso la Vergine, nelle lotte contro le eresie (cosa sono le eresie? Le eresie sono dottrine o insegnamenti che si oppongono direttamente a una verità rivelata e proposta come tale dalla Chiesa cattolica).
S. Domenico (1170 – 1221), fondatore dei “Domenicani” e i suoi frati domenicani cominciarono ad usare il Santo Rosario, come arma contro l’eresia albigese, diffusa soprattutto nel sud della Francia: gli albigesi (nome che deriva dalla cittá di ALBI, in Francia) erano un gruppo di cristiani eretici che negavano la divinità e l’umanità di Cristo. Essi dicevano che Gesú era un angelo che operava attraverso un corpo umano fittizio (e non “Dio fatto uomo” per “salvare l’umanitá dal peccato e da Satana”, come diceva la Chiesa Cattolica). Gli Albigesi affermavano anche che Cristo non era un vero redentore degli uomini, ma semplicemente un maestro, sia pure eccellente e degno di fede. Il Rosario, poi, si diffuse rapidamente, ripetendo 50 o 150 Ave Maria, accompagnate da genuflessioni e dal Padre Nostro. All’inizio il Rosario non era ancora chiamato con questo nome. Era indicato come il “Salterio della Beata vergine” (con il nome di “SALTERIO” si intende l’insieme dei 150 Salmi della Bibbia: “salmo” vuol dire “canto” e “salterio” era uno strumento musicale che accompagnava quei “canti”, cioè quei “salmi”. Il “Salterio” era pregato dai monaci e dai cristiani che sapevano leggere e scrivere.  I cristiani semplici, che non sapevano né leggere né scrivere, con l’invenzione del Santo Rosario, potevano anche loro recitare le 150 “Ave Maria”, che sapevano a memoria e cosí anch’essi avevano il loro “Salterio”). Qualche anno dopo, per renderne più facile la recita delle 150 Ave Maria, si adottò la “Corona” che esisteva già come semplice strumento per altre devozioni.
A poco a poco, alla recita delle “Ave Maria” si introdusse anche il ricordo dei misteri della vita di Gesù e di Maria, che a quel tempo furono fissati a quindici misteri (5 Gaudiosi, 5 Dolorosi e 5 Gloriosi) e che il Papa Giovanni Paolo II, nel 2002, ne ha aggiunto altri cinque: i 5 misteri Luminosi. Alla diffusione del Rosario cooperarono grandemente le grandi Confraternite del S. Rosario, con l’assistenza e l’impegno dei domenicani.

PROMESSE FATTE DA MARIA SANTISSIMA
al Beato Alano de la Roche

grande divulgatore del Santo Rosario

*) Chi è il Beato Alano de la Roche?

Egli fu Superiore Generale dell’Ordine Domenicano. Verso il 1460, mentre celebrava la S. Messa, vide Gesù nell’ostia ap­pena consacrata che gli diceva: “Alano, tu torni a crocifiggermi. Tu mi crocifig­gi coi tuoi peccati di omissione. Tu hai sapienza, capacitá e possibilitá di predicare il Santo Rosario e non lo fai”. Fu la prima apparizioni che ebbe sul Rosario. Poi ebbe una seconda visione. Nella seconda visio­ne vide anche la Madonna. Lei gli fece capire che i mali principali del mondo erano l’immoralitá, l’egoismo e la superbia, che avrebbero potuto attirare grandi casti­ghi, se non si ricorresse al rimedio più adatto, la preghiera del Rosario. Alla fine la Madonna gli dis­se: “Predica quanto hai visto e sentito. E non temere perché io sarò sempre con te e con tutti i devoti del mio Rosa­rio“.

*) Promesse che la Madonna fece al beato Alano

  • A tutti coloro che reciteranno il mio Rosario prometto la mia specialissima protezione.
  • Il Rosario sarà un’arma potentissima contro l’inferno, distruggerà i vizi, dissiperà il peccato e abbatterà le eresie (gli errori della dottrina cristiana).
  • Chi si raccomanderà col Rosario non andrá perduto.
  • Chiunque reciterà devotamente il S. Rosario, con la meditazione dei Misteri, si convertirà se peccatore, crescerà in grazia se giusto e sarà fatto degno della vita eterna.
  • I veri figlioli del mio Rosario godranno di una grande gioia in Cielo.
  • Ciò che chiederai col Rosario, l’otterrai.E anche chiunque reciterà devotamente il Rosario e persevererà in questa devo­zione, vedrà le sue preghiere esaudite.
  • E tutti quelli che pregano il mio Rosa­rio e lo diffondono, saranno da me soccorsi in ogni loro pericolo e necessitá.
  • L’amore e la devozione al Rosario è un segno di predestinazione al Paradiso.
  • Io voglio che coloro che cantano le mie lodi col Rosario abbiano luce intellettuale, siano liberi dai peccati, nell’anima e godano abbondanza di grazie.
  • I veri devoti del Rosario non morranno senza i Sacramenti.
  • Io sono Madre specialmente di quei figli del Rosario che si trovano in Purgatorio: ogni giorno ne libero gran numero.

PROMESSE DELLA VERGINE MARIA
A COLORO CHE PORTANO SEMPRE CON SE’
LA CORONA DEL SANTO ROSARIO

(promesse fatte in vari tempi a diversi Santi)

1) Tutti coloro che portano fedelmente la corona del Santo Rosario, saranno da me condotti a mio Figlio.
2) Tutti coloro che portano fedelmente la corona del Santo Rosario, saranno da me aiutati nelle loro attivitá.
3) Tutti coloro che portano fedelmente la corona del Santo Rosario, impareranno ad amare la Parola di Dio e la Parola di Dio li farà liberi. Non saranno più schiavi del peccato.
4) Tutti coloro che portano fedelmente la corona del Santo Rosario, ameranno sempre di più mio Figlio.
5) Tutti coloro che portano fedelmente la corona del Santo Rosario, avranno una conoscenza più profonda di mio Figlio nella loro vita quotidiana.
6) Tutti coloro che portano fedelmente la corona del Santo Rosario, avranno un desiderio profondo di vestire con decenza per non perdere la virtù della modestia.
7) Tutti coloro che portano fedelmente la corona del Santo Rosario, cresceranno nella virtù della castità.
8) Tutti coloro che portano fedelmente la corona del Santo Rosario, avranno una coscienza più profonda dei loro peccati e cercheranno sinceramente di correggere la propria vita.
9) Tutti coloro che portano fedelmente la corona del Santo Rosario, avranno un profondo desiderio di diffondere il messaggio di Fatima: penitenza.
10)  Tutti coloro che portano fedelmente la corona del Santo Rosario, sperimenteranno la grazia della mia intercessione.

11)  Tutti coloro che portano fedelmente la corona del Santo Rosario, avranno pace nella loro vita giornaliera.
12)  Tutti coloro che portano fedelmente la corona del Santo Rosario, saranno ripieni di un profondo desiderio di recitare il S. Rosario e meditare i Misteri.
13)  Tutti coloro che portano fedelmente la corona del Santo Rosario, saranno confortati nei momenti di tristezza.
14)  Tutti coloro che portano fedelmente la corona del Santo Rosario, riceveranno il potere di prendere decisioni sagge, illuminati dallo Spirito Santo.
15)  Tutti coloro che portano fedelmente la corona del Santo Rosario, saranno invasi da un profondo desiderio di portare oggetti benedetti.
16)  Tutti coloro che portano fedelmente la corona del Santo Rosario, venereranno il mio Cuore immacolato e il Sacro Cuore di mio Figlio.
17)  Tutti coloro che portano fedelmente la corona del Santo Rosario, non pronunceranno mai il nome di Dio invano.
18)  Tutti coloro che portano fedelmente la corona del Santo Rosario, avranno una profonda compassione per Cristo crocifisso e aumenterà il loro amore per Lui.
19)  Tutti coloro che portano fedelmente la corona del Santo Rosario, saranno guariti da malattie fisiche, mentali ed emozionali.
20)  Tutti coloro che portano fedelmente la corona del Santo Rosario, avranno pace nelle proprie famiglie.

CIÒ CHE IL CIELO CI HA RIVELATO SUL VALORE DEL S. ROSARIO

Apparizioni di Maria Rosa Mistica a Montichiari:  “Recitate ogni giorno il Rosario e con esso pregate per il vescovo e i sacerdoti.. recitate molti Rosari. Io sola posso salvarvi dalle disgrazie che si annunciano. Chiunque avrà fiducia in Me sarà salvo.”

Apparizioni della Vergine ad Akita  “Gesù ed io vogliamo salvare il mondo; ma occorre che i cristiani preghino molto, particolarmente recitando il Rosario e la Coroncina alla Divina Misericordia. In ogni chiesa si deve recitare il Rosario insieme col sacerdote dopo la Messa. Con la recita del Rosario, Satana sarà sconfitto. Recitate ogni giorno il Rosario per la conversione dei peccatori.”

 Apparizioni della Vergine ad Ottawa: “Per favore, pregate il Rosario per la pace, vi prego. Pregate il Rosario per ottenere forza interiore. Pregate contro i mali di questo tempo. Tenete viva la preghiera nelle vostre case e dovunque andate. Le Ave Maria dette con fede e amore sono come frecce d’oro, che partono dalla vostra bocca e d entrano nel Cuore di Gesù.” 

La SS. Vergine a  Roma, alle Tre Fontane “Desidero che si continui a recitare il Rosario… Pregate, pregate tanto, almeno 3 ore al giorno, recitate molti Rosari.. recitate il Rosario , pregate con il cuore fervoroso. Il Signore ha toccato molti cuori e li ha infiammati con l’amore del suo Cuore, ha confortato molti sconsolati, ha portato la pace in molte famiglie, in molti cuori. Ha fatto capire a tanti, quanto sia stupenda e meravigliosa la preghiera, quanto è efficace la recita del Rosario.”

La Madonna a Belpasso:  “Figlioli miei, vi consegno il mio Rosario, Catena d’oro che vi tiene stretti al mio Cuore: pregate, pregate col Rosario, tenetelo stretto, recitatelo con fede, col cuore. Sarà la salvezza dell’umanità! Questa sarà il segno che voi siete miei! Egli satana lo teme tanto, e fa di tutto per perdere le anime. Però, io, la vostra Mamma, faccio di tutto per salvarle, perché questa è la volontà del Signore. Ma io ho bisogno del vostro aiuto. Pregate, fate sacrifici e penitenza. Amatevi, amatevi come io vi amo, solo così le anime si salveranno.”

La Madonna a Don Stefano Gobbi: “Invece di arrabbiarvi, prendete in mano il Rosario, l’arma che vincerà il mondo della tenebra. Fatevi apostoli del mio Rosario. Nelle avversità e nelle tentazioni non cedete allo scoraggiamento. La pratica della confessione e la recita de S. Rosario sono le armi più efficaci contro il maligno.”

I PRODIGI DI MARIA SI MOLTIPLICANO
GRAZIE AL SANTO ROSARIO,

Innumerevoli sono gli episodi nella storia della Chiesa in cui la preghiera del Rosario salvò il popolo cristiano da grandi pericoli.

* Ricordiamo solo la stre­pitosa VITTORIA DI LEPANTO DEL 7 OTTOBRE 1571. La battaglia di Lepanto, contro l’Islam, ebbe un profondo significato religioso. Prima della partenza, il Papa Pio V benedice sia la bandiera raffigurante su fondo rosso il Crocifisso tra gli apostoli Pietro, sia un quadro della Madonna. Anche se l’annuncio della vittoria giungerà a Roma ventitré giorni dopo, il giorno stesso della battaglia, il Papa San Pio V ebbe in visione la vittoria dei cristiani, nell’ora di mezzogiorno. In quel preciso momento, davanti ad una udienza di persone, esclamó: “Sono le 12, suonate le campane, abbiamo vinto a Lepanto per intercessione della Vergine Santissima”. La vittoria fu attribuita all’intercessione della Vergine Maria, tanto che Papa Pio V decise di dedicare il giorno 7 ottobre a “Nostra Signora della Vittoria” aggiungendo il titolo “Auxilium Christianorum” (Aiuto dei cristiani) alle Litanie.  Successivamente la festa fu trasformata dal Papa Gregorio XIII in “Nostra Signora del Rosario” per celebrare l’anniversario della storica vittoria ottenuta, si disse, per intercessione dell’augusta Madre del Salvatore, Maria.

LA LIBERAZIONE DI VIENNA DALL’AS­SEDIO DEI TURCHI IL 12 SETTEMBRE 1683. La Battaglia di Vienna, contro l’Islam, ebbe un profondo significato religioso. I soldati cristiani furono esortati e incoraggiati, dal cappellano militare cappuccino, ad affidarsi alla Madonna e ad invocare da lei la salvezza e la vittoria, mediante la preghiera del Santo Rosario. La vittoria, quindi, fu attribuita all’intercessione di Maria Santissima e per ringraziare la Madonna, il Papa Innocenzo XI proclamò la festa del “Santissimo Nome di Maria”, proprio il 12 settembre.

* Anche nei nostri giorni, dopo la seconda Guerra Mondiale, un grande fatto miracoloso viene attribuito alla preghiera del Santo Ro­sario.
I RUSSI OCCUPANO LA PARTE PIÙ RICCA DELL’AUSTRIA e incominciano ad organizzare rivoluzioni per imposses­sarsi del resto. Un frate cappuccino, Petrus Pavlicek, organizza un grande movimento di preghiera, con una statua della Madonna di Fatima regalatagli dal vescovo di Leiria. Il movimento organizza 500.000 cittadini, con la preghiera del Santo Rosario, recitato giorno e notte, ininterrottamente, con piú turni, finchè tra maggio e ottobre 1955 non si ritira pacificamente tutta l’Armata Rossa, fatto mai avvenu­to prima in nessuno dei posti occupati dai comunisti. L’allora cancelliere dell’Austria Raab, riconoscerà che que­sto è stato il fattore determinante della ritirata dell’esercito russo.
Questi esempi ci devono rassicura­re che non c’è ostacolo insormontabile, né privato né pubblico, davanti alla potenza della preghiera del Santo Rosario: “Senza l’aiuto di Maria c’è tutto da temere, con il suo aiuto c’è tutto da sperare”.

* DUE RIVOLUZIONI PACIFICHE NELLE FILIPPINE

Tutti i vescovi filippini chiesero al Papa che il 1985, fosse dichiarato ANNO MARIANO per la Nazione delle Filippine. Il Papa concesse: quell’anno fu un anno di conversione, di preghiere e di penitenza.
Nel febbraio 1986 migliaia di persone con il rosario in mano si sollevarono contro la dittatura militare di Marcos. Nel giro di quattro giorni circa 3-4 milioni di filippini pregarono giorno e notte nella strada della capitale Manila e celebrarono lì anche la S. Messa. I militari avrebbero dovuto disperdere la folla, ma non lo fecero. I fedeli invece procedevano verso i carri armati con il rosario alzato in mano, pregando e cantando. “Mai prima erano stati pregati tanti rosari a Manila e in tutto il paese come in quei quattro giorni”, disse un giovane sacerdote. Egli era stato ordinato sacerdote il secondo giorno della rivoluzione e ha celebrato la sua prima S. Messa in mezzo ai carri armati e alla folla in preghiera. Si svolgevano scene di grande commozione. Molti soldati, dopo aver ricevuto dei fiori come segno di pace e di fraternità, scende­vano dai carri armati e recitavano le preghiere insieme ai manifestanti. Non si pianse nessun morto. Il 25 marzo 1986 Marcos, il Presidente dittatore dovette dimettersi. Fu proprio nel giorno della festa di “Nostra Signora della Vittoria”! Fu chiamata la “rivoluzione con il Rosario”.

Un fatto simile è avvenuto con la SECONDA RIVOLUZIONE della preghiera, 15 anni dopo. Un altro Presi­dente corrotto delle Filippine fu deposto e il pericolo di una guerra civile fu evitato, per la potenza del rosario. P. Fidelis Stoeckl, testimone oculare, disse: “In una seduta vivace del Senato filippino, trasmessa in diretta alla televisione, venne reso noto che il presidente Josef  Estrada, già attore e playboy, implicato in alcuni affari oscuri, non poteva essere sollevato dal suo incarico in base alla costituzione. La maggioranza dei senatori, presu­mibilmente corrotta da lui, si era espressa a suo favore e aveva votato per lui. Il Cardinale Sin, arcivescovo di Manila, nella stessa sera del martedì 16 gennaio 2001 alle ore 23.00 rivolse un appello ai fedeli di recarsi al Santuario della Regina della Pace e tenere una veglia di preghiere fino alla caduta del presidente. Egli stesso celebró poco dopo mezzanotte una S. Messa. Gli uomini accorrevano a migliaia al Santuario che fu costruito nel punto dove nel 1986 la folla, con il rosario in mano, aveva fermato i carri armati mandati da Marcos. Di giorno in giorno la gente aumentava fino a raggiungere il venerdì la cifra di due milioni. Io stesso il venerdì 19 gennaio con numerosi sacerdoti, seminaristi, religiose e studenti dell’Università di S. Tommaso e con l’immagine miracolosa di Nostra Signora del Rosario mi sono recato al San­tuario dove siamo rimasti molto tempo, cantando e pregando. Quando poi gli elicotteri militari sorvola­vano a bassa quota la folla, la gente pregava e cantava con voce ancora più forte. Il venerdì pomeriggio, all’ora della morte di nostro Signore, un elicottero atterrava nelle vicinanze del San­tuario e dopo dieci minuti c’è stato l’annuncio sorprendente che la maggior parte dei generali, disobbedendo al presidente, si era messa dalla parte del popolo. Poco dopo il comandante in capo dell’armata, accompagnato dai generali, giungeva sulla piazza sotto la statua della Madonna, Regina della Pace, e proclamava solennemente di abbandonare il presidente e di accet­tare la volontà del popolo. La gioia della gente era immensa… Alle cinque, il cardinale Sin ha celebrato una S. Messa di ringraziamento”. Il cardinale scrisse nella sua lettera pastorale del 24 gennaio 2001: “Come è riuscita la seconda rivoluzione pacifica? Ho una risposta sola: per mezzo della grazia di Dio. Tutte e due le rivolu­zioni pacifiche ci insegnano che il Signore ascolta le nostre preghiere, che reintegra la nostra dignità umana e risana il nostro paese, se noi, il popolo di Dio, ci rivolgiamo a Lui con preghiere e penitenza. Più forte delle armi è la preghiera fiduciosa. Più che i piani strategici, hanno grande effetto penitenza e sacrifici. L’energia silenziosa della gente che prega nelle veglie ha più potenza della forza militare”.

RACCOMANDAZIONI DELLA SANTA VERGINE E DEI SANTI

MARIA SANTISSIMA IN PERSONA: “Premunitevi della corona come di un’arma e fate che nelle vostre case risuoni, come un canto armonioso, come un canto d’amore, questa formidabile preghiera, formidabile per potenza, per forza e per grazia. Nessun devoto del mio Rosario andrá perduto”.

MARIA SANTISSIMA A MEDJUGORIE: “Cari figli, rivestitevi dell’armatura contro Satana e vincetelo con il Rosario in mano… Oggi, come non mai, vi invito alla preghiera. Satana è forte e vuole distruggere non solo la vita umana, ma anche la natura e il pianeta su cui vivete. Perciò cari figli, pregate per poter essere protetti. Dio mi ha mandata tra voi per aiutarvi. Se volete, aggrappatevi al Rosario, giacché solamente il Rosario può ottenere il miracolo nel mondo e nella vostra vita”.

S. VINCENZO DE’ PAOLI: “Dopo la S. Messa, la devozione al Rosario ha fatto scendere nelle anime più grazie che tutte le altre devozioni, e con le sue “Ave Maria” compie più miracoli di ogni altra preghiera”.

IL SANTO CURATO D’ARS: “Una sola “Ave Maria”, ben detta, fa tremare l’inferno”.

SAN LUIGI MARIA DE MONTFORT: “L’Ave Maria detta con attenzione, devozione e umiltá, è il nemico che mette in fuga il diavolo, è il martello che lo schiaccia; é la santificazione e fecondità dell’anima, la gioia degli Angeli, la gloria della SS. Trinità, il piacere di Maria, un bacio casto e amoroso che le si dà…”.

SAN GIOVANNI BOSCO: “Il Rosario è una continuazione di Ave Maria, con le quali si possono battere, vincere, distruggere tutti i demoni dell’inferno”.

PADRE PIO: “Parlate del Rosario, parlate della nostra Mamma Benedetta, parlate alle anime, dei grandi mezzi di salvezza, che sono la Santa Eucaristia e il Santo Rosario”.  Egli aveva il dono di poter pregare ininter­rottamente il rosario. Lo si vedeva sempre con il rosario in mano o sul polso. Mai ha voluto essere senza la “sua arma”, come chiamava il Rosario, che teneva sempre pronto sotto il cuscino o sul comodino. Una se­ra, non trovando nessuno dei suoi innumerevoli rosari, si è rivolto a P. Onorato che nel perio­do della vecchiaia lo aiutava a prepararsi per la notte e gli ha chiesto: “Portami l’arma!” Pa­dre Onorato, conoscendo il mondo dei pensieri di P. Pio, ha capito subito. Alla vigilia della sua morte, P. Pio ancora raccomandava ad alcuni dei suoi figli spirituali che lo circondavano: “Amate la Madonna ed impegnatevi perché venga amata. Pregate sempre il rosario!”
E in una delle sue visioni, Maria gli disse: “Io sono la Vergine del Rosario: gioisco quando vedo che tu ne consigli la recita, almeno di una terza parte per onorarmi. Continua a farlo, è devozione di salvezza, avvolgi in questo mio Rosario, coloro che ami e che sono tuoi. Parla alle anime dell’Eucarestia, parla loro del Rosario. Se verranno al Tabernacolo con le dovute disposizioni, cuore puro ed assetato d’amore e reciteranno il Rosario, o la terza parte, tutti i giorni, non ci sará bisogno di altro per allontanare la giustizia di Dio. il Rosario, il Tabernacolo, e i miei devoti sono sufficienti perché al mondo siano dati il perdono e la pace”.

MADRE TERESA DI CALCUTTA faceva scor­rere, in ogni minuto libero, le perle del rosa­rio fra le sue mani. Ad un giornalista che le chiedeva quanti rosari pregasse ogni gior­no, rispose con modestia: “Non li conto!”

LUCIA DI FATIMA: “Per il grande potere che il Padre ha dato al Rosario, in questi ultimi tempi, non c’è’ problema, né personale, nè familiare, nè nazionale, nè internazionale, che non si possa risolvere con il Rosario. Vi esorto a rileggere e a meditare il messaggio che la Madonna rivolse, parlando a noi della potenza ed efficacia che il Santo Rosario ha sempre sul Cuore di Dio e su quello Figlio suo. Ecco perché la Madonna stessa nelle sue apparizioni prende parte alla recita del Rosario, come nella grotta di Lourdes con S. Bernardetta e a Fatima con me, Francesco e Giacinta. E quando il rosario scorre nelle vostre mani, gli angeli e i santi si uniscono a voi. Mai come oggi, il mondo ha bisogno del vostro rosario. Ricordate che sulla terra vi sono persone prive della luce della fede, peccatori da convertire, atei da strappare a satana, infelici da soccorrere, giovani disoccupati, famiglie nel bivio morale, anime da strappare all’inferno. La recita di un solo Rosario, tante volte, ha placato lo sdegno della divina giustizia, ottenendo sul mondo, la Misericordia divina e la salvezza di tante anime. Con la preghiera del Santo Rosario, voi affretterete l’ora del trionfo del Cuore Immacolato di Maria sul mondo. Tutti i sacerdoti in particolare devono recitare il Rosario. Il Rosario deve essere recitato col cuore e con gioia; non deve essere solo un dovere da sbrigare.

SATANA STESSO, costretto nel nome di Dio dall’esorcista, ha dovuto parlare del Rosario. Ecco cosa ha detto: “Dio ha dato a Lei (la Madonna) il potere di scacciarci, e Lei lo fa con il Rosario, che ha reso potente. Per questo il Rosario è la preghiera (dopo la Santa Messa) più forte, la più esorcizzante. Esso è il nostro flagello (proprio cosí!), la nostra rovina, la nostra sconfitta. Il Rosario ci vince sempre, ed è la sorgente di grazie incredibili per tutti coloro che lo recitano intero (15 misteri). Per questo noi lo avversiamo e lo combattiamo con tutte le nostre forze, ovunque, ma specialmente nelle Comunità e nelle famiglie. La forza del Rosario spezza ogni nostra resistenza”.
E durante un altro esorcismo ha detto: “È più potente il Rosario, dell’Esorcismo solenne. Il Rosario è più potente del bastone di Mosè!”
Ecco che cosa accadde, durante un altro esorcismo condotto da p. Candido, un altro famoso esorcista di Roma: “Stavamo pregando, il Ro­sario quando; presa da Satana, Giovanna mi strappa la corona, facendola a pezzi, diceva: “Voi e la, vostra devozione, da vecchiette”. Allora p. Candido le mette al collo una grande corona, ma Giovanna non la può sopportare e torce collo e testa in tutte le direzioni, respirando furiosamente: “Come mai, hai paura della devozione delle vecchiette?”, dice p.Candido. Satana risponde gridando: “Mi vince”. Il sacerdore dice subito: “Poiché hai osato offendere il Rosario di Maria, ora devi lodarlo. In nome di Dio, rispondi: <E’ potente il Rosario?> Risposta: “E’ potente nella misu­ra in cui lo si recita bene”. “Come si fa a recitarlo bene?” “Bisogna saper contemplare”. “Co­s’è contemplare?”. “Contemplare è adora­re”. “Ma Maria non si può adorare!”. E’ vero, si, ma è adorabile”. E prendendo delicatamente tra,le dita, un grano della corona dice: Ogni grano è una luce, bisogna dirlo così bene che nemmeno una goccia di questa luce vada perduta”.
Strano predicatore che contro voglia e contro se stesso, ha dovuta ammettere la potenza del  Rosario!».

CONCLUSIONE

«Recitate sempre il Rosario»: è la raccomandazione di tutti i Santi, della Chiesa, di chi ama la Madonna. Questa raccomandazione camminerà per i secoli e si incarnerà nei Santi di Dio, i veri, i grandi innamorati della Madonna. Seguiamo i Santi. Solo i Santi. Non perdiamo nulla a trascurare i non-Santi. Soltanto i Santi sono la «via sicurissima» che porta a Gesù e a Maria.

La Chiesa concede l’indulgenza plenaria, per se stessi o anche per i defunti a tutti coloro  che 1) s’impegnano a recitare devotamente da solo o insieme ad altri, un Rosario (5 misteri), 2) si confessano, 3) fanno la comunione eucaristica e 4) fanno una preghiera per Papa.
Se si recita solo il Santo Rosario, l’indulgenza sará parziale.
(Cos’è l’indulgenza? L’indulgenza è il condono, dinanzi a Dio, delle penitenze che il peccatore, giá perdonato, con l’assoluzione nella confessione, deve fare in seguito ai suoi peccati. Questa indulgenza o condono è data dalla Chiesa, che con la sua autoritá ricevuta da Gesú Cristo, amministra tutta la ricchezza e il tesoro spirituale infinito dei meriti dello stesso Gesú Cristo, della Madonna e dei Santi, che hanno davanti a Dio.
L’indulgenza puó essere plenaria o parziale. È plenaria se il condono delle penitenze è totale; è parziale se il condono delle penitenze è parziale. La Chiesa afferma che queste indulgenze, totali o parziali si possono donare anche ai defunti).

IL PECCATO

INTRODUZIONE

“Oggi ciò che è Bene diventa male e ciò che è Male diventa bene”.
Nessuno, oggi, sa piú cos’è bene e cos’è male. Si dice che i veri peccati sono le gravi ingiustizie sociali. È vero. Anche le gravi ingiustizie sociali. Questo, nessuno lo ha mai negato. La Chiesa, lungo la storia, ha sempre condotto una dura battaglia contro le ingiustizie sociali. Ma è sbagliato considerare solo le gravi ingiustizie sociali, come veri peccati; è sbagliato negare la gravitá degli altri peccati. Sono gravi anche i 7 vizi capitali. Sono gravi anche i 6 peccati contro lo Spirito Santo. Sono gravi anche i 4 peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio. Vediamoli! Cominciamo dal capire cosa vuol dire “peccato” e poi parleremo del resto.

“PECCATO”
Sapete cosa vuol dire la parola “peccato”? La parola italiana “peccato” deriva dalla parola latina “Peccus”, e questa deriva da un’altra parola latina “Pes”, e “Pes” tradotto in italiano é “piede”. Peccato vuol dire “difettoso nel piede”, “difettoso nel camminare”, “cammino sbagliato”, “non raggiungere la destinazione finale della propria vita”.

I 7 VIZI CAPITALI
Perché si dicono “capitali”? “Capitali” deriva dalla parola latina “caput” che in italiano vuol dire “testa”. Si dicono “capitali” 
perché come nel corpo, tutto deriva dalla testa, cosí da questi mali derivano tutti gli altri mali.  Questi vizi se non vengono corretti, possono condurre alla dannazione eterna. Quali sono? Eccoli: Superbia * Avarizia * Lussuria * Invidia * Gola * Ira * Accidia

  1. SUPERBIA: la superbia è la convinzione della propria superiorità sugli altri e quindi come conseguenza, arroganza verso gli altri, disprezzo degli altri, disprezzo verso le norme e verso le leggi giuste. Viene considerato il peccato più mortale (per lo spirito) di tutti e 7, poiché il superbo si vuole sostituire a Dio: infatti giudica gli altri, elenca e mette in pratica comportamenti nei confronti degli altri uomini. Peccati derivati dalla superbia: Vanità, Manie di grandezza, Giudizio, Onnipotenza, Utilizzo del potere per sottomettere gli altri.
  2. AVARIZIA: l’avarizia deriva dal latino AVARUS o AVIDUS (avido). L’avarizia é un attaccamento morboso ai beni materiali, non solo, ma anche a persone o animali, L’avaro stravede per le cose del mondo (materia) e le mette al posto di Dio (spirito). L’avaro è colui che vuole solo avere e mai dare.  L’avaro è colui che identifica sé stesso nei beni materiali, a tal punto da non volersene separare; per questo accumula denaro e beni fino al suo ultimo giorno sulla terra, senza rendersi conto che ne godranno gli altri dopo la sua morte. L’avaro è vittima della sua stessa prigione d’oro, è prigioniero di se stesso e allontana qualsiasi persona che gli possa chiedere qualcosa del suo tesoro. Peccati derivati dall’avarizia: Attaccamento, Gelosia morbosa da possesso, Miopia spirituale (non sa vedere le cose spirituali), Avidità.
  3. LUSSURIA: deriva dalla parola latina “Luxuria” che in italiano vuol dire “Abbondanza”. La lussuria e un incontrollato e irrefrenabile desiderio del piacere sessuale fine a se stesso. La lussuria è la perdita di  stessi nel piacere sessuale. La lussuria non é amore, né per sé stesso, né per l’altro, non vuole nemmeno la riproduzione. La lussuria vuole solo il piacere che deriva dal sesso. Il lussurioso salta di persona in persona per continuare a provare un piacere insaziabile che si scarica attraverso ogni orgasmo.
    Il sesso pieno d’amore è cosa sublime e alta e unisce se stesso e l’altra persone nella donazione l’uno all’altra.
    Per il lussurioso, invece, il sesso, separa  stesso dall’altro, il quale altro diviene solamente un mezzo del suo piacere personale.
    Peccati derivati dalla lussuria: Cecità nell’accogliere l’altro offuscata dal desiderio sessuale, Svuotamento interiore. Insaziabilità.
  4. INVIDIA: l’invida è la tristezza che nasce nell’uomo nel constatare che altri individui hanno qualità, o capacitá, o cose che lui non possiede. E questa tristezza nasce dal fatto che il bene altrui viene percepito come un male pe se stesso. L’invidia nasce dal paragonarsi agli altri, giudicandoli negativamente per quel di piú che sono o che hanno. L’invidioso è felice quando agli altri la vita va male. L’invidioso gode quando gli altri pérdono qualcosa, o sbagliano, o falliscono in qualche cosa. L’invidioso non lavora mai su di sé per liberarsi dall’invidia che ha dentro, affinché possa crescere, esprimersi ed ottenere con le proprie capacità quello che vuole. L’invidioso rimane nei sui limiti, sperando che gli altri siano come lui, se non inferiore a se stesso. Peccati derivati dall’invidia: Gelosia, Malaugurio.
  5. GOLA: meglio conosciuta come ingordigia totale, è esagerare nei piaceri della tavola, é la perdita totale del senso della misura in tutto. È insaziabilità in tutti i campi, non solo del cibo come farebbe pensare il termine, ma di qualsiasi cosa: dei pensieri, dei vizi, delle emozioni e dell’accumulare denaro con qualsiasi mezzo. La gola va di pari passo con la lussuria quando si unisce all’insaziabilità sessuale. Il peccato di gola consiste nel voler riempire un cuore vuoto d’amore, con cose, denaro e persone. La gola si manifesta anche nello spreco e nel disprezzo nei confronti dell’abbondanza. Peccati derivati dalla gola: Spreco, Avidità.
  6. IRA: è una alterazione grave dello stato emotivo, che manifesta in modo violento un rancore profondo e vendicativo verso qualcosa o qualcuno. L’ira è una rabbia animalesca irrefrenabile che acceca la mente, svuota il cuore e distrugge tutto ciò che ha di fronte, per un torto reale o presunto subíto. L’ira acceca la ragione, i pensieri e i sentimenti. Carica di rabbia l’uomo come fosse riempito d’odio nel cuore. L’ira è un pozzo senza fondo, perché se anche viene fatta giustizia, attraverso la legge o la vendetta, non si placa. L’unico mezzo per far cessare l’ira é il perdono: il perdonare se stessi e gli altri per i torti subiti. Peccati derivati dall’ira: Cattiveria, Violenza, Rabbia.
  7. ACCIDIA: pigrizia, malavoglia, fannullaggine, svogliatezza, rifiuto nel vivere, nel lavorare e soprattutto nel compiere opere di bene. E’ un demone che blocca ogni tipo di attività e vorrebbe che si vivesse senza slancio, senza gioie e senza sofferenze.
    Peccati derivati dall’accidia: Meccanicità, Scarsa apertura al nuovo, Immobilismo, Noia.

Abbiamo parlato dei Sette vizi, detti capitali, ma ci sono anche i così detti “PECCATI PIU’ GRAVI” (i quali o derivano dai Sette Vizi, e che conducono sempre al peccato mortale) e questi sono elencati in due strutture che ci provengono dai Vangeli e che la Chiesa ha inserito nel proprio insegnamento. Essi sono i 6 peccati contro lo Spirito Santo

I 6 PECCATI CONTRO LO SPIRITO SANTO

Di essi Gesù ha detto che, se non ci si converte, non saranno perdonati nè in terra e neppure in cielo. Eccoli:

1) LA DISPERAZIONE PER LA SALVEZZA ETERNA
Che cosa è la disperazione per la salvezza? È pensare che Gesù non puó fare niente per salvarmi, cioè sia per farmi uscire da certe situazioni, sia per salvarmi eternamente. E allora, si ricorre piú ai maghi, alle fattucchiere, agli oroscopi che a Gesú e alla sua Parola: questa è la bestemmia contro lo Spirito Santo. Infatti lo Spirito Santo afferma che Gesú è l’unico salvatore dell’umanitá. Il credente non deve vivere nella paura di non poter essere aiutato da Dio, né di poter essere salvato. Ciò costituisce un grave affronto alla bontà di Dio, Padre di infinita misericordia. E soprattutto non deve ricorrere a pratiche pagane false e demoniache.

2) LA PRESUNZIONE DI SALVARSI SENZA MERITO
Che vuol dire? A) Vuol dire pretendere di salvarsi con le proprie forze senza aver bisogno di Gesù Cristo. Pensando cosí si nega e si pecca contro lo Spirito Santo, che è la luce vera che illumina ogni uomo. E lo Spirito Santo afferma, per mezzo degli Apostoli, che solo Gesù è l’unico Salvatore del mondo. B) Vuol dire pretendere di salvarsi senza fare nulla, cioè senza pentirsi e senza fare il bene. Ora sperando di ottenere il perdono e il premio senza bisogno di pentirsi e di chiedere scusa a nessuno, è un grave peccato, è bestemmia imperdonabile contro lo Spirito Santo, è fiducia disordinata in sé stessi, nelle proprie convinzioni, perché si considera Dio come un bonaccione, che non la pensa come gli uomini di Chiesa, ma che alla fine salva tutti. La salvezza certo è gratuita per tutti, è dono, perché Gesù ha pagato per tutti con il suo amore infinito. Vengono accolti tutti, certo, ma quelli che si convertono a Dio, pentiti dei loro peccati, e quelli che esercitano con amore le opere di misericordia. La salvezza non è per i superbi, gli arroganti, gli orgogliosi; non è per tutti quelli cioè che rifiutano l’Amore. Costoro troveranno la porta del Paradiso chiusa e sbarrata. Questa è la bestemmia contro lo Spirito Santo, il quale continua a proclamare che Gesù Cristo è l’unico Salvatore del mondo.

3) IMPUGNARE LA VERITA’ CONOSCIUTA
Impugnare vuol dire combattere, rifiutare, ritenere falsa la Veritá che è Gesù (“Io sono la Veritá”) e che uno prima accettava e in cui credeva. L’uomo, con tutti i suoi sentimenti, le gioie e i dolori, le compassioni e gli affetti, e ancora con tutto il suo amore, la sua volontà, le sue decisioni, quando abbandona Dio, si allontana da Lui: è un grave peccato che non porta alla salvezza.

4) INVIDIA DELLA GRAZIA ALTRUI
In che consiste questo peccato? Sentire volontariamente un profondo dispiacere e rancore verso una persona che ha ricevuto da Dio doni e grazie più eccellenti dei suoi, accusando il Signore stesso di fare ingiuste preferenze, questo è un grave peccato contro lo Spirito Santo, perché è lui il datore dei doni. Tu sai di essere stato chiamato da Dio già dall’alba del tuo mattino, a lavorare e faticare, con ogni tempo bello o brutto, rinunce e sacrifici, con tutto il peso dell’annuncio del Vangelo, e alla fine ecco la sorpresa: una moneta eguale per tutti. No, questo non lo accetti (Mt. 20, 1-16). Anche questo è un peccato contro lo Spirito Santo. Giuda si sarà salvato? E Hitler o Stalin? E i ladri, i profittatori, i pedofili e il tuo più acerrimo nemico, anche loro salvati? Tu forse ti ribelli a questo pensiero. Sei così dispiaciuto perché Dio è buono? Egli perdona sempre coloro che si pentono sul serio. Al ladrone pentito Gesù rispose: oggi sarai con me in Paradiso. Non mettiamoci dunque contro la bontà di Dio. Il nostro Dio è ricco di misericordia e di ogni altro dono di grazia, ma è libero di dare a chi vuole e come vuole, mentre nella sua giustizia non nega a nessuno ciò che gli è necessario. Sta tranquillo, egli sarà buono e assai largo anche con te, soprattutto se tu non coltivi invidia per nessuno. Ti ricordi dei due fratelli Caino e Abele? Il primo faceva l’agricoltore e offriva al Signore i prodotti, di seconda scelta. L’altro era pastore e donava in sacrificio al Signore l’agnello più bello e più sano. Caino notava che Dio gradiva sempre i doni di suo fratello e non i propri e ne fu esasperato, invitò Abele a fare una passeggiata e lo uccise (Gen. 4, 1-11). Non puoi accusare Dio di fare preferenze. Fa’ bene il tuo dovere ed egli ti mostrerà il suo gradimento al di là di ogni tuo merito. Ognuno ha qui in terra il sovrabbondante amore del Signore con tribolazioni, che non mancano mai, e in cielo la beata visione del volto di Gesù. Gli invidiosi della grazia altrui, sono come il demonio che non ha sopportato che i nostri progenitori fossero cari a Dio e li fece cadere (Gen. 3, 1-19). L’invidia è sempre una cattiva consigliera. Ti riempie di dubbi e di brutti pensieri fino a perdere la fede e forse anche a commettere qualcosa di irreparabile. Quelli che non vogliono amare, non vogliono essere misericordiosi, non vogliono perdonare, si escludono da soli dal dono della grazia divina. Stiamo attenti a non fare questo torto allo Spirito Santo. Infatti, chi invidia un fratello per i doni che ha, reca un grosso dispiacere allo Spirito, accusandolo di essere ingiusto.
Sappiamo che proprio per l’invidia del diavolo entrò nel mondo la morte, il peccato e ogni guerra, ma la nostra fede ci dice con certezza che il nostro buon Padre ha mandato nel mondo suo Figlio Gesù per salvare il mondo (cfr. Sap 2,24; Gv 3,17). Lo Spirito Santo dona a tutti la luce e la forza per vincere ogni invidia perniciosa.

5) OSTINAZIONE NEI PECCATI
Quand’è che uno è ostinato nel peccato? Quando insiste nel fare male, combattendo Gesù Cristo e la sua Chiesa. Nei cieli un grido battagliero risuonò: Chi come Dio? Michele con i suoi angeli ha vinto Lucifero e le sue schiere ribelli che avevano tentato di mettersi al posto di Dio. Erano così ostinati che neppure il grido di Michele li fece desistere. La vittoria di Michele ha segnato una condanna senza appello. Non così, invece, avvenne per la ribellione di Adamo ed Eva. Dio ha usato misericordia verso i nostri progenitori, primo, perché sapeva quanto erano fragili nel valutare le suggestioni del serpente antico e incapaci di prendere una giusta deliberazione e, secondo, perché aveva in mente e nel cuore un grande progetto di amore pieno di misericordia per tutto il genere umano. Stiamo attenti però a non abusare dell’amore di Dio e della sua misericordia ostinandoci nel peccato, perché questo è un brutto peccato contro lo Spirito Santo. Infatti chi si ostina nel male si allea col Nemico e non riconosce Gesù di Nazareth come vero Dio venuto a salvare i peccatori. È vero che Gesù ha detto che non c’è perdono per chi bestemmia contro lo Spirito Santo, ma il suo cuore è stato così pieno di tenerezza che proprio fra i più terribili dolori della croce ha avuto il coraggio di difendere i peccatori supplicando Dio, come nostro vero avvocato, con quelle dolcissime parole: Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno.
L’ostinazione nei peccati si verifica anche quando uno non c’è la fa ad abbandonare la sua vita disordinata, gli piace troppo, ne è conquistato, non potrebbe vivere senza. Ha pregato, ma con poca fede. Altri invece, convinti da certe compagnie, ritengono che è tutto inutile esser buoni. È meglio afferrare ogni occasione e godersi la vita, tanto tutto finisce come un pallone che scoppia, ma dentro non sono felici. Altri ancora, per scandali o scontri con persone del clero, si decidono di ignorare Dio, Cristo Signore e la Chiesa, senza un giusto ragionamento. Comunque sia, io dico a loro: non vi costa nulla riconoscere, nel profondo del vostro cuore, che non siete felici, che la fame di qualche cosa o di qualcuno c’è. Conoscete certamente persone che vivono in pace e in perfetta letizia. Cercatele, parlate con loro. Troverete una strada nuova, più luminosa. Provatevi a fare anche solo qualche passo verso il Padre e vi accorgerete che egli è già lì che vi viene incontro.

6) IMPENITENZA FINALE
In che consiste l’impenitenza finale? Una vita in peccato mortale. Trascorsa senza rimorsi, né pentimenti, conduce all’impenitenza finale. Uno rischia di trovarsi in punto di morte senza sapere che fare, né che cosa dire, né se ci sarà un dopo. Questo succede a chi non pensa mai alla morte. Però è anche vero che Colui che ci ha creato, ama le sue creature e vuole che tutte si salvino e per ottenere ciò ha mandato il suo Figlio in terra per riscattare i peccatori. Ed è verissimo che Colui che ci ha creato senza il nostro permesso, non ci salva senza che noi lo vogliamo. Morire da impenitenti è peccato imperdonabile contro lo Spirito Santo. Perché? Questo Santo Spirito, che procede dal Padre e dal Figlio, comunica e dona a tutte le creature l’Amore del Padre e i meriti del Sangue prezioso del Figlio, per convincere tutti a chiedere perdono di cuore dei loro peccati. Il peccato è un gran male, ma è cosa assai peggiore il non dargli importanza e l’ostinarsi in esso. Noi siamo a volte precisi in tutto, mentre non badiamo tanto alle nostre relazioni con Dio, considerato un estraneo a questo mondo di uomini, e persino un intruso. Per non arrivare impreparati alla morte è bene chiedere ogni giorno perdono a Dio, senza dimenticarci del sacramento della confessione. Nulla di meglio per vivere sereni e felici. A che serve combattere Dio? A che serve ignorarlo? Per essere libero di fare quello che si vuole? E con quale scopo? Per andare direttamente all’Inferno? E vale la pena? Vale la pena, per quattro momenti di “felicitá” su questa terra, rinunciare alla felicitá eterna, quella vera? Beato colui o colei che avrà la visita di un prete negli ultimi istanti della sua vita: lo aiuterá a pentirsi e gli aprirá le porte del paradiso, perché vuole che tutti siano salvi!

I 4 PECCATI CHE GRIDANO VENDETTA AL COSPETTO DI DIO

Ne avete mai sentito parlare? Essi sono: 1° Omicidio volontario 2° Peccato impuro contro natura 3° Oppressione dei poveri 4° Frode nella paga agli operai.
Perchè sono peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio? Si afferma che gridano vendetta al cospetto di Dio perché certe azioni sono cosí malvage, maliziose e distruttive nei rapporti tra gli uomini e nella societá, che esse stesse chiedono a Dio di intervenire per riportare la giustizia sulla terra. Dove sono scritti nella Sacra Scrittura?  Ecco i passi della Sacra Scrittura dove sempre ricorre il termine “gridare”, da cui “gridano vendetta”:
– a proposito dell’omicidio di Abele perpetrato da Caino, Dio dice a Caino: “Che hai fatto? La voce del sangue di tuo fratello grida a me dal suolo!” (Gn 4,10).
– a proposito del peccato impuro contro natura, che si identifica con il peccato dei sodomiti, degli abitanti di Sodomia (è il peccato di omosessualità): “Disse allora il Signore: «Il grido di Sòdoma e Gomorra è troppo grande e il loro peccato è molto grave. Voglio scendere a vedere se proprio hanno fatto tutto il male di cui è giunto il grido fino a me; lo voglio sapere!» Perché noi stiamo per distruggere questo luogo: il grido innalzato contro di loro davanti al Signore è grande e il Signore ci ha mandato a distruggerli»” (Gn 18,20; 19,13). Nei tempi che stiamo vivendo, diversi eventi mostrano che le lobby omosessuali stanno dirigendo tutti i loro sforzi, non soltanto per rendere normali le unioni contro natura, agli occhi dell’opinione pubblica, ed equipararle al matrimonio (con conseguente possibilità di adottare persino i bambini!), ma anche per giungere ad una legislazione in cui diventerà un reato chiamare peccato ciò che grida vendetta al cospetto di Dio.  Le innumerevoli manifestazioni pubbliche di tali vizio denominate “gay pride” e il perverso insegnamento del gender nelle scuole ne sono una prova.  Il fatto più grave comunque in queste circostanze è non solo il silenzio dell’autorità ecclesiastica, ma anche la presa di posizione di alcuni eminenti uomini di Chiesa in favore di ciò che essi chiamano i “diritti civili” alle unioni contro natura… Andando avanti di questo passo nessuno potrà stupirsi se un giorno il Creatore reagirà come ai tempi Sodoma e Gomorra. 
– a proposito dell’oppressione dei poveri si parla del lamento del popolo oppresso in Egitto: “Il Signore disse: «Ho osservato la miseria del mio popolo in Egitto e ho udito il suo grido a causa dei suoi sovrintendenti: conosco le sue sofferenze. Sono sceso per liberarlo dal potere dell’Egitto e per farlo salire da questa terra verso una terra bella e spaziosa, verso una terra dove scorrono latte e miele… Ecco, il grido degli Israeliti è arrivato fino a me e io stesso ho visto come gli Egiziani li opprimono»” (Es 3,7-10).  Si parla anche del lamento del forestiero, della vedova e dell’orfano: “Non molesterai il forestiero né lo opprimerai, perché voi siete stati forestieri in terra d’Egitto. Non maltratterai la vedova o l’orfano. Se tu lo maltratti, quando invocherà da me l’aiuto, io darò ascolto al suo grido” (Es 22,20-22).
Il testo va avanti dicendo come ascolterà il loro grido: “la mia ira si accenderà e vi farò morire di spada: le vostre mogli saranno vedove e i vostri figli orfani” (Es 22,23).
– a proposito dell’ingiustizia verso il salariato: “Non defrauderai il salariato povero e bisognoso, sia egli uno dei tuoi fratelli o uno dei forestieri che stanno nella tua terra, nelle tue città. Gli darai il suo salario il giorno stesso, prima che tramonti il sole, perché egli è povero e a quello aspira. Così egli non griderà contro di te al Signore e tu non sarai in peccato” (Dt 24,14-15) e: “Ecco, il salario dei lavoratori che hanno mietuto sulle vostre terre, e che voi non avete pagato, grida, e le proteste dei mietitori sono giunte agli orecchi del Signore onnipotente” (Gc 5,4).  I peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio sono quattro, e sono:

1) OMICIDIO VOLONTARIO. La vita è il maggior dono naturale che Dio ha dato all’uomo. Senza di essa non è possibile né ricevere e né godere alcun dono. Privare il prossimo della vita con l’omicidio volontario (uccisione, aborto, eutanasia, ecc.), significa privarlo del massimo bene e fargli il massimo danno. Dio, l’unico padrone della vita e della morte, prende le difese delle vittime e ne compie vendetta. La Sacra Scrittura attesta che il sangue dell’innocente Abele ucciso da Caino invocava vendetta davanti a Dio contro l’omicida (Gn. 4,10). L’aborto è sempre omicidio. Il quinto comandamento: Non ammazzare, proibisce di dar morte, battere, ferire o fare qualunque altro danno al prossimo nel corpo, sia per sé, sia per mezzo d’altri; come pure di offenderlo con parole ingiuriose e di volergli male. In questo comandamento Dio proibisce anche il dar morte a se stesso, ossia il suicidio. Vi sono dei casi nei quali sia lecito uccidere il prossimo? Solo quando si tratta di necessaria e legittima difesa della vita contro un ingiusto aggressore.

2) PECCATO IMPURO CONTRO NATURA. Creando i due sessi distinti ed istituendo il Matrimonio, Dio ha concesso agli uomini l’inestimabile privilegio di essere suoi collaboratori nel propagare la vita sulla terra. Ma Egli vuole che siano osservate le leggi divine e naturali che regolano il matrimonio. Chi coglie solo i piaceri, rifiuta i doveri del matrimonio e cerca di impedire che si propaghi la vita a nuove creature umane, commette un gravissimo peccato che grida vendetta al cospetto di Dio contro il peccatore (o i peccatori). I sodomiti furono puniti di questo peccato col fuoco disceso dal cielo, che li incenerì con la loro città (Gn. 19, 1-29).  La Scrittura dice anche “Onan sapeva che la prole non sarebbe stata considerata come sua; ogni volta che si univa alla moglie del fratello, disperdeva (il seme) per terra, per non dare una posterità al fratello. Ciò che egli faceva non fu gradito al Signore, il quale fece morire anche lui” (Gn. 38, 9-10).

3) OPPRESSIONE DEI POVERI. Chi abusa della sua forza fisica o morale, della sua autorità o della posizione sociale per opprimere gli indifesi, per imporre la sua volontà ed estorcere quello che vuole, pecca gravemente contro il comandamento dell’amore del prossimo, rende insopportabile la vita, già dura per se stessa, specialmente per i poveri e i deboli. Quanti politicanti e quanti ricchi possidenti di rendono colpevoli di questo peccato, dicendo e facendo credere che procurano il bene del popolo, che tutelano gli interessi delle classi umili e dei lavoratori, speculando sulla loro miseria e vivendo del loro sangue!

4) DEFRAUDARE LA GIUSTA PAGA AI DIPENDENTI. Per chi lavora a conto di altri (servi, operai, manovali, dipendenti, etc), il compenso del lavoro spesso è l’unica risorsa di vita e l’unica ricchezza. Quando il lavoratore ha compiuto il suo lavoro (svolgendo il suo dovere – il lavoratore ha diritti e doveri), ha diritto ad un compenso (solitamente contrattualizzato o pattuito in precedenza) che gli dia la possibilità di vivere decorosamente con la famiglia. Pecca in modo gravissimo chi non paga sufficientemente il lavoratore, chi lo costringe ad un lavoro superiore alle forze, o gli fa ingiustamente attendere il pagamento. Il defraudare la giusta mercede ai lavoratori è uno dei peccati più diffusi, più vergognosi e più odiosi della società moderna. Nei paesi dove c’è il culto della libertà, nonostante le organizzazioni dei lavoratori (degenerati oggi in sindacati), che purtroppo non sempre si contengono nei limiti della giustizia, quanti datori di lavoro, commercianti, industriali, agrari, approfittano della miseria e costringono poveri e deboli a lavorare con stipendi di fame, arricchendosi ingiustamente con il sangue dei poveri! Quello che era stato fatto nel campo della giustizia sociale dalla cristianità, piano piano è sacrificato con le macchinazioni che oggi attanagliano le società laicizzate/atee/infedeli.

Furti, frode e usura: peccati gravi.
È peccato grave rubare? È un peccato grave contro la giustizia quando trattasi di materia grave, essendo cosa molto importante che sia rispettato il diritto che ciascuno ha sulla roba propria, e ciò per il bene degli individui, delle famiglie e della società.
È peccato grave anche frodare. La frode si commette ingannando il prossimo nel commercio con pesi, misure o monete false e con merci cattive; falsificando scritture e documenti; in somma facendo inganni nelle compere, nelle vendite ed in qualsiasi altro contratto.
In qual modo si commette l’usura? L’usura si commette con l’esigere senza legittimo titolo un illecito interesse per una somma prestata, abusando del bisogno e dell’ignoranza altrui.
Quali altre ingiustizie si commettono contro i beni del prossimo? Non pagare per malizia i debiti, con l’impedire ad alcuno di fare un giusto guadagno, col tenere mano ai ladri, col ricevere, nascondere o comprare la roba rubata. Dinanzi al peccato non si può né tacere e neppure minimizzarlo, al fine di acquistarsi simpatie e consenso dagli altri.

CONCLUSIONE

RICORDA LA PAROLA DI DIO CHE DICE:
“Non sapete che gli ingiusti non erediteranno il regno di Dio? Non illudetevi: né immorali, né idolàtri, né adùlteri, né effeminati, né sodomiti, né ladri, né avari, né ubriaconi, né maldicenti, né rapaci erediteranno il regno di Dio. E tali eravate alcuni di voi; ma siete stati lavati, siete stati santificati, siete stati giustificati nel nome del Signore Gesù Cristo e nello Spirito del nostro Dio!” (1Cor.6,9-11). “Vi ho scritto nella lettera precedente di non mescolarvi con gli impudichi. Non mi riferivo però agli impudichi di questo mondo o agli avari, ai ladri o agli idolatri: altrimenti dovreste uscire dal mondo! Vi ho scritto di non mescolarvi con chi si dice fratello, ed è impudico o avaro o idolatra o maldicente o ubriacone o ladro; con questi tali non dovete neanche mangiare insieme” (1Cor.5,9-11). “Non dimenticatevi della beneficenza e di far parte dei vostri beni agli altri, perché di tali sacrifici il Signore si compiace”. (Ebr.13,16).

CHI DI VOI CRISTIANI SE NE VUOLE ANDARE, VADA!
MA CHI RESTA, DEVE ESSERE COME CRISTO!

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