III Domenica di Avvento Anno C

Dal Vangelo secondo Luca (3,10-18)

La folla interrogava Giovanni e diceva: “Che cosa dobbimo fare?” Giovanni rispondeva: “Chi possiede due abiti ne dia uno a chi non ne ha, e chi ha molti viveri, li distribuisca agli altri che non ne hanno”. Anche alcuni agenti delle tasse vennero da Giovanni per farsi battezzare. Gli domandarono: “Maestro, e noi che cosa dobbiamo fare?”. Giovanni rispose. “Non prendete niente di più di quanto è stabilito dalla legge”. Lo interrogarono infine anche alcuni soldati: “E noi? Che cosa dobbiamo fare?” Giovanni rispose: “Non portate via soldi a nessuno, nè con la violenza nè con false accuse, ma accontentatevi della vostra paga”. Intanto le speranze del popolo crescevano e tutti si chiedevano: “Chissà, forse Giovanni è il Messia! ”Ma Giovanni disse a tutti: “Io vi battezzo con acqua, ma sta per venire uno che è più forte di me. Io non sono degno neppure di allacciargli i sandali. Lui vi battezzerà con lo Spirito Santo e con il fuoco. Egli tiene in mano la pala per separare il grano dalla paglia. Raccoglierà il grano nel suo granaio, ma brucerà la paglia con un fuoco senza fine”. Con queste e molte altre parole, Giovanni esortava il popolo e gli annunziava la salvezza.

Quel giorno dell’anno 29 d.C., a Giovanni che predicava di prepararsi alla venuta del Cristo, la folla chiedeva: “Che cosa dobbiamo fare”. Questa domanda: «Che cosa dobbiamo fare?», è una domanda fondamentale e appropriata, che ogni uomo onesto e buono che cerca la veritá, che cerca un orientamento serio alla sua via, che cerca la felicitá, anche se non cristiano, dovrebbe farsi, soprattutto in questo periodo di confusione generale, in cui tutti pretendono, attraverso leggi, di vedersi trasformare in diritti, i propri vizi. Anche i cristiani devono farsi questa la domanda? Beh! Se uno é cristiano vuol dire che si é giá convertito a Cristo, vuol dire ha giá accolto il Cristo, che ha giá fatto la sua scelta di seguire Cristo e non il mondo, che ha giá accettato la salvezza offerta da Cristo e quindi che giá sa che cosa deve fare. Il problema è un altro, e cioé: uno é cristiano proprio sul serio? È un cristiano che mette Dio al primo posto nella sua vita? È un cristiano che pensa come Cristo, che parla come Cristo, che ama come Cristo, che vive come Cristo nella sua vita personale, nella sua vita familiare, sul suo posto di lavoro, nella societá e nell’ambiente in cui vive? O è un cristiano soltanto di nome, cioè pagano di fatto? Pagano, cioè, che anziché obbedire a Dio, obbedisce a ció che gli piace? Che vive e pensa come se Dio non ci fosse? Che vive come se la vita finisse al cimitero? Che vive come se tutti gli altri devono girare attorno a lui e fare quello che vuole lui?  I cristiani soltanto di nome, farebbero proprio bene a porsi la domanda: Che dobbiamo fare? La risposta è la stessa che Giovanni Battista dava ai suoi contemporanei: convertirsi a Gesú Cristo e vivere secondo i suoi comandamenti. Capisco che il pensiero che la nostra vita debba realmente cambiare ci disturba e ci dá fastidio, perché noi, tutto sommato stiamo bene cosí, ci sentiamo quasi perfetti, anche se non lo diciamo, e quindi, non vogliamo cambiare. Ma è la conversione la via da seguire per salvarsi, per ottenere in dono il Paradiso, per salvare tutto! La conversione è una cosa seria da fare, che riguarda la vita di ogni giorno. Convertirsi, certo, non vuol dire cambiare mestiere o professione, non vuol dire che dobbiamo fare cose straordinarie, ma vuol dire avere amore verso gli altri (in famiglia e nella societá); vuol dire essere onesti nel compimento del proprio dovere lavorativo e professionale; vuol dire di non essere schiavi del denaro; vuol dire di non agire in malafede; vuol dire di non tradire nessuno; vuol dire di non offendersi; vuol dire perdonare, se ci si ritiene offesi; vuol dire di non arricchirsi a spese degli altri; vuol dire di non rubare e di non ingannare gli altri; vuol dire di non calunniare nessuno, di non fare false denunce, di non abusare del potere che si ha; vuol dire di guadagnarsi da vivere onestamente. Chi, invece, é cristiano sul serio, puó sempre migliorare, finché non sará perfetto in Paradiso. E allora, per migliorare si chieda anche lui: Io che ho giá accettato il Cristo e che mi sforzo di vivere secondo i suoi comandamenti, che cosa posso fare per migliorare? E lo faccia!
Dopo aver rivolto a tutti l’invito a convertirsi a Cristo o a migliorarsi secondo ció che Cristo si aspetta da noi, Giovanni ci dice, poi, chi è il Cristo-Messia.  Ci presenta il suo identikit!
E chi è? Giovanni dice che il Cristo-Messia è uno forte, è IL FORTE, è piú forte di lui e piú forte di tutti, è l’UNICO degno di essere servito. Lo pensiamo anche noi? Beh! Pensare e riconoscere Dio come il più forte, soprattutto nel nostro tempo, è andare contro il pensiero comune del mondo. Secondo questo pensiero, Dio non esiste. Secondo questo pensiero, i piú forti sono quelli che comandano, che governano le grandi nazioni, quelli che sono padroni di grandi banche, di molti miliardi; quelli che sono padroni di reti televisive, di testate di giornali; quelli che sono i padroni della globalizzazione, i costruttori di un nuovo ordine mondiale! Questo per il mondo! Per fortuna non per noi. Noi crediamo che Dio esiste e che governa l’Universo; noi crediamo che i pensieri di Dio sono diversi dai pensieri del mondo; noi crediamo che i progetti di Dio sono diversi dai progetti del mondo; noi crediamo cher anche i grandi del mondo non possono fare neinte senza di lui; noi crediamo che anche i padroni del mondo di oggi, un giorno saranno giudicati da Dio; noi crediamo che al di lá di ogni apparenza, Dio è il piú forte di tutti e che le forze maligne del mondo non prevarranno. Per questo non abbiamo paura di niente, neppure della cosiddetta pandemia di oggi, neppure del Covid 19, neppure della confusione di idee che c’é nel mondo e neppure del male e delle leggi sempre piú strampalate, sempre piú pazze e sempre piú diaboliche che vengono approvate nel mondo, anche nelle nazioni cosiddette cristiane. E che Dio benedica, in modo particolare, anche la Germania, nonostante il nuovo Kanzler Scholz, mercoledí scorso, 8 Dicembre, festa dell’Immacolata, durante il giuramento di fedeltá alla Costituzione tedesca, non abbia voluto invocare l’aiuto di Dio, come era previsto nella stessa Costituzione, perché, secondo lui, Dio non esiste e lui è ateo! Buona fortuna Germania, e che Dio ti aiuti e che l’Immacolata ti difenda e schiacci la testa al maligno che si intrometterá nella futura politica!

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