VIII Domenica T.O. Anno C

Dal Vangelo secondo Luca (6, 39-45)

Gesù disse: „Un cieco può forse pretendere di fare da guida a un altro cieco? Se lo facesse, cadrebbero tutte e due in una buca! Nessun discepolo è più grande del suo maestro; tutt’al più, se si lascia istruire bene, sarà come il suo maestro. E tu perché stai a guardare la pagliuzza che è nell’occhio di un tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? Come osi dirgli: <Fratello, lascia che tolga la pagliuzza dal tuo occhio>, mentre tu non vedi la trave che è nel tuo? Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio, allora vedrai chiaramente e potrai togliere la pagliuzza dall’occhio di tuo fratello. Un albero buono non dà frutti cattivi e un albero cattivo non dà frutti buoni. La qualità di un albero la si conosce dai suoi frutti: difatti non si raccolgono fichi dalle spine e non si vendemmia uva da un cespuglio selvatico. L’uomo buono prende il bene dal prezioso tesoro del suo cuore; l’uomo cattivo invece prende il male dal cattivo tesoro del suo cuore. Ciascuno infatti esprime con la sua bocca quello che ha nel suo cuore“.

Gesú disse queste cose, nella cerchia ristretta dei suoi discepoli. Quel giorno doveva essere un giorno particolare, un giorno di grande sofferenza e dolore per Lui; un giorno durante il quale Gesú era stato piuttosto sovrappensiero, silenzioso; un giorno in cui non deve aver parlato piú di tanto. Tanto è vero che alcuni discepoli, soprattutto Pietro, se ne accorse e gli chiese: “Maestro, cos’hai? Oggi mi sembri triste e stanco…, non dici niente, non parli! Perché? Stai bene? Soffri qualcosa? Cosa è successo?”. Gesú rispose! “È vero, non nego di essere triste! Mi fanno soffrire certe realtá”. “Quali realtá?”, chiese Pietro. «Quelle che vedo nel fondo dei cuori e leggo sulle fronti detronizzate di tante persone». «Detronizzate? Che vuoi dire?», domandó ancora Pietro. Gesú continuó: “Un re è detronizzato quando è indegno di stare sul trono, e quando gli viene, per prima cosa, strappata la corona, che è sulla sua fronte e sulla sua testa, la sua parte piú nobile. L’uomo è l’unica creatura che tenga la fronte e la testa alzata verso il Cielo, essendo simile ad un animale in quanto al corpo, mentre in realtá é un essere soprannaturale, in quanto dotato di un’anima. Ogni uomo è un re per la sua anima, e il suo trono è nel Cielo. Ma quando un uomo vende la sua anima e diventa un bruto, un demone, allora si detronizza. Il mondo è pieno di teste e di fronti detronizzate, fronti che non stanno più alzate verso il Cielo, ma piegate verso l’Abisso, appesantite dalla parola che Satana ha scolpito su quelle fronti. “Quale parola”, chiesero i discepoli. “È quella che io leggo sulle fronti di molte persone. C’è scritto: <Venduto!>. E perché non abbiate dubbi su chi è il compratore, vi dico che è Satana, in persona o nei suoi seguaci che ci sono nel mondo. Per questo sono triste! Tutte queste persone “vendute”; sono ciechi che guidano dei ciechi. Vi prego, non seguiteli, non abituatevi mai alle voci del Male, come fossero voci innocue, non pericolose, anche se vengono da persone cosiddette amiche o familiari. Voi non giudicate nessuno, ma vi dico semplicemente: fate attenzione a loro, guardatevi dalle false persone e da coloro che insegnano errori. Sono false quelle persone che si presentano a voi come amici, che dicono di volere il vostro bene, ma che sono lupi rapaci che vi rubano l’anima; sono false quelle persone che si presentano a voi come dei santi, come persone disinteressate, ma poi deridono Dio e vi allontanano da Lui: dicono di amare la verità e diffondono menzogne. Ognuno di loro ha sulla fronte una parola scritta: “venduto”. Io voglio che voi ricordiate le parole che IO vi ho dette. Quelle dovete scolpire nei vostri cuori. Quelle vi devono guidare costantemente. Abbiate la carità in voi, per tutti, e sopra ogni altra cosa. La carità è già un’assoluzione dai peccati. Porgete la mano ai vostri fratelli stanchi, ai vostri fratelli deboli, a coloro che sono vittime di delusioni e di inganni. Non osservate con tanta attenzione la pagliuzza nell’occhio del vostro fratello, se prima non vi date da fare per togliere la trave che è nel vostro occhio! Non siate ipocriti. Correggete prima i vizi che riempiono la vostra vita e dopo potrete correggere i difetti dei vostri fratelli senza offenderli! Le azioni dell’uomo, le “vere” azioni, ossia il loro modo di comportarsi in famiglia, nel commercio, verso il prossimo, quelle sono le azioni che testimoniano chi è veramente quell’uomo, se è un servo del Signore o se è un servo di Satana. Che volete che sia un paio di mani giunte in preghiera se poi l’uomo è un ladro, un fornicatore, un guerrafondaio? Che volete che siano due occhi alzati al cielo, come fossero in contemplazione di Dio, se poi cessato il momento della commedia, si fissano su una donna per averla o sul nemico per vendicarsi e distruggerlo o sul familiare per coltivare sentimenti di rancore, di disprezzo e di odio? Che volete che sia una lingua che sa cantare una canzone di lode o che fa lunghe preghiere e poi, finita di fare la sceneggiata, parla male alle spalle di qualcuno, lo calunnia, lo critica e uccide la sua stima? Ipocrisia è! Ipocriti sono gli occhi, le mani e la lingua che si comportano in quel modo: sulla fronte di ognuno di tali persone c’è scritto: “venduto”, anche se nessuno di voi riesce a leggerla. Ora capite perché oggi sono triste, silenzioso, sofferente e addolorato”! Capiamo, Signore! Come è possibile non capire il tuo dolore e la tua sofferenza nel vedere gran parte dell’Umanitá che per essersi “venduta” al male e a Satana sta andando alla rovina? E speriamo che tu non sia triste anche per noi!

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