I NOVISSIMI – GIUDIZIO

INTRODUZIONE

Una volta suonata la nostra ultima ora, cessati i battiti del nostro cuore, tutto sarà finito per noi, sia il tempo di meritare che quello di demeritare.
Tali e quali la morte ci troverà, ci presenteremo a Cristo giudice. I nostri gridi di supplica, le nostre lacrime, i nostri sospiri di pentimento, che ancora sulla terra ci avrebbero guadagnato il cuore di Dio,
avrebbero potuto fare di noi, con l’aiuto dei sacramenti, da peccatori dei santi, oggi più a nulla valgono; il tempo della misericordia è trascorso, ora incomincia il tempo della giustizia.

San Padre Pio da Pietrelcina

A forza di vedere tutto si finisce per sopportare tutto.
A forza di sopportare tutto si finisce per tollerare tutto.
A forza di tollerare tutto si finisce per accettare tutto.
A forza di accettare tutto si finisce per approvare tutto.

Sant’Agostino

L’argomento del Giudizio di Dio sul comportamento degli esseri umani durante questa vita era moto sentito dai Cristiani antichi e anche fino al 1300. E a ragione, perché il Vangelo parla moltissimo su questo argomento. Poi, dal 1400 in poi, da quando l’uomo si è sentito un piccolo dio, è sceso un silenzio sui problemi del dopo-morte. Tutto è stato negato e ridicolizzato. Ma si sa che ció che dice l’uomo cambia e la stessa cosa per ció che fa: tutto passa. La Veritá, peró, non cambia e non passa: “Cielo e terra passeranno, le mie Parole non passeranno”, dice Gesú. E tutto ció che il Vangelo dice sul “Giudizio”, è Parola di Gesú, quindi non cambia. E che dice il Vangelo rispetto a questa Veritá? Dice che dopo la morte c’é subito un GIUDIZIO PARTICOLARE o INDIVIDUALE e poi, alla fine dei tempi, quando il Signore Gesù ritornerá nella gloria, ci sará un GIUDIZIO UNIVERSALE.

GIUDIZIO PARTICOLARE

Cos’è il giudizio particolare o individuale?
Il Giudizio Particolare è una delle verità rivelate. Infatti l’Apostolo Paolo (Ebrei 9,27) dice: E stabilito che gli uomini muoiano una sola volta; e dopo la morte venga il giudizio. Il Catechismo di S. Pio X, in risposta alla domanda 97, risponde: «Ci sono due giudizi: l’uno particolare, di ciascun’anima, subito dopo la morte; l’altro universale, di tutti gli uomini, alla fine del mondo». Il Catechismo della Chiesa Cattolica, al n. 1022, afferma: «Ogni uomo fin dal momento della sua morte riceve nella sua anima immortale la retribuzione eterna, in un giudizio particolare che mette la sua vita in rapporto a Cristo, per cui o passerà attraverso una purificazione, o entrerà immediatamente nella beatitudine del Cielo, oppure si dannerà immediatamente per sempre».
Il Giudizio particolare esprimerà con esattezza la condizione in cui l’uomo, nei riguardi di Dio, si troverà al momento della morte: “Coloro che hanno risposto di sì all’Amore e alla Misericordia di Dio, andranno alla vita eterna (del Paradiso),
o passeranno attraverso una purificazione (Purgatorio); coloro, invece, che fino all’ultimo momento vi hanno opposto il loro rifiuto, andranno nel fuoco inestinguibile (dell’Inferno)”. Il giudizio particolare è immutabile, perché l’uomo, dopo la morte, non può più cambiare l’orientamento della sua volontà né verso il bene, né verso il male. Siccome, peró, non conosciamo né il giorno né l’ora (della nostra morte) bisogna, come ci avvisa il Signore, vigilare continuamente affinché, finito l’unico corso della nostra vita terrena, meritiamo entrare con Lui al banchetto nuziale (cfr. Mat. 25,31 e 46), ed essere annoverati fra i Beati (in Paradiso). E dove sta scritto tutto questo nel Vangelo?
Il Nuovo Testamento afferma, a più riprese, l’immediata retribuzione che, dopo la morte, sarà data a ciascuno in rapporto alle sue opere e alla sua fede.
Si leggano, per esempio, i seguenti testi.

1) LA PARABOLA DEL RICCO EPULONE (epulone = sprecone, mangione) e del povero Lazzaro (Lc 16, 19-31).
“C’era una volta un uomo ricco. Portava sempre vestiti di lusso e costosi e faceva festa ogni giorno con grandi pranzi. C’era anche un povero, un certo Lazzaro, che si metteva vicino alla porta del suo palazzo. Era tutto coperto di piaghe e chiedeva l’elemosina. Aveva una gran voglia di sfamarsi con gli avanzi dei pasti di quel ricco. Perfino i cani venivano a leccargli le piaghe. UN GIORNO, IL POVERO LAZZARO MORÌ, E GLI ANGELI LO PORTARONO ACCANTO AD ABRAMO NELLA PACE (IN PARADISO). POI MORÌ ANCHE L’UOMO RICCO E FU SEPOLTO. ANDÒ A FINIRE ALL’INFERNO E SOFFRIVA TERRIBILMENTE. (Attenzione: tutto questo, subito dopo la morte: per loro ci fu subito il giudizio: Paradiso, per Lazzaro; Inferno, per il ricco sprecone).

Alzando lo sguardo verso l’alto, da lontano vide Abramo e Lazzaro che era con lui. Allora gridò: – Padre Abramo, abbi pietà di me! Di’ a Lazzaro che vada a mettere la punta di un dito nell’acqua e mi rinfreschi la lingua. Io soffro terribilmente in queste fiamme! Ma Abramo gli rispose: – Figlio mio, ricordati che durante la tua vita hai già ricevuto molti beni, e Lazzaro ha avuto soltanto sofferenze. Ora invece (subito dopo la morte) lui si trova nella gioia e tu soffri terribilmente. Per di più, tra noi e voi c’è un grande abisso: se qualcuno di noi vuole venire da voi non può farlo; così pure, nessuno di voi può venire da noi. Ma il ricco disse ancora: – Ti supplico, padre Abramo, almeno manda Lazzaro nella casa di mio padre. (Mentre io sono giá morto, sulla terra) Ho cinque fratelli e vorrei che Lazzaro li convincesse a non venire anche loro in questo luogo di tormenti. Abramo gli rispose: – I tuoi fratelli hanno la legge di Mosè e gli scritti dei profeti. Li ascoltino! Ma il ricco replicò: – No, ti supplico, padre Abramo! Se qualcuno dei morti andrà da loro cambieranno modo di vivere. Alla fine Abramo gli disse:
– Se non ascoltano le parole di Mosè e dei profeti non si lasceranno convincere neppure se uno risorge dai morti”.

2) LA PAROLA DETTA DA GESÚ IN CROCE AL BUON LADRONE (Lc 23,43).
<Insieme con Gesù venivano condotti a morte anche due malfattori. Quando furono arrivati sul posto detto “luogo del Cranio”, prima crocifissero Gesù e poi i due malfattori: uno alla sua destra e l’altro alla sua sinistra. Gesù diceva: “Padre, perdona loro perché non sanno quel che fanno”. I soldati intanto si divisero le vesti di Gesù, tirandole a sorte. La gente stava a guardare. I capi del popolo invece si facevano beffe di Gesù e gli dicevano: “Ha salvato tanti altri, ora salvi se stesso, se egli è veramente il Messia scelto da Dio”.

Anche i soldati lo schernivano: si avvicinavano a Gesù, gli davano da bere aceto e gli dicevano: “Se tu sei davvero il re dei Giudei salva te stesso!”. Sopra il capo di Gesù avevano messo un cartello con queste parole: “Quest’uomo è il re dei Giudei”. I due malfattori intanto erano stati crocifissi con Gesù. Uno di loro, insultandolo, diceva: – Non sei tu il Messia? Salva te stesso e noi. L’altro invece si mise a rimproverare il suo compagno e disse: – Tu che stai subendo la stessa condanna non hai proprio nessun timore di Dio? Per noi due è giusto scontare il castigo per ciò che abbiamo fatto, lui invece non ha fatto nulla di male. Poi aggiunse:  – Gesù, ricordati di me quando sarai nel tuo regno. Gesù gli rispose:
– Ti assicuro che OGGI sarai con me in paradiso (oggi, cioè appena morirai)>.

3) ALTRI TESTI DEL NUOVO TESTAMENTO [2 Cor. 5, 8…]
“Coraggio dunque! È certo che finché viviamo in questa vita terrena siamo lontani da casa, lontani dal Signore: viviamo nella fede e non vediamo ancora chiaramente. Però abbiamo fiducia, e preferiamo lasciare questa vita pur di essere vicini al Signore (subito). Soprattutto desideriamo fare quel che piace al Signore, sia che continuiamo la nostra vita terrena, sia che dobbiamo lasciarla. Perché, tutti noi, dovremo presentarci davanti al tribunale di Cristo per essere giudicati da lui. Allora ciascuno riceverà quel che gli è dovuto, secondo il bene o il male che avrà fatto nella sua vita”. S. Paolo, qui, parla del giudizio individuale, particolare.
Sentite anche come si esprimono i Santi: “Appena l’anima uscirà dal corpo, sarà condotta davanti a Dio, per essere giudicata. Il giudice è quel Dio onnipotente e misericordioso, da te maltrattato. Gli accusatori saranno i demoni tuoi nemici; non vi saranno più né i tuoi amici, né i tuoi parenti, né i tuoi colleghi; fra te e Dio te la dovrai vedere. Il processo sará sulle tue azioni; allora vedrai la bruttezza delle tue azioni e dei tuoi peccati, e non potrai scusarli piú, come ora fai. Verranno alla luce i tuoi pensieri, le tue parole, le tue opere, i tuoi scandali e tutto ció che non hai fatto di bene, pur avendolo potuto fare. Tutto sará pesato in quella grande bilancia della divina giustizia, e se ti troverai mancante, sarai perduto; se invece ti troverai pieno di opere d’amore, sarai salvo: la sentenza sará inappellabile”.

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