IL LIBRO DI QOOHELET

Corso Biblico 2018/2019

Premessa

a) Il libro di Qohelet é come un PUGNO IN FACCIA: fa male e ci sveglia!

b) È come una PICOZZA (martello appuntito) che deve ROMPERE IL GHIACCIO che c’è dentro di noi.

c) In questo LIBRO, ogni uomo (tutti noi) si puó specchiare, eccetto gli stupidi e i superficiali.

d) Ognuno di noi CI PENSI BENE, prima di REAGIRE, prima di dire “NON È VERO”, prima di dare una “SUA RISPOSTA”.

Introduzione

a) Chi è Qohelet?
È Colui che PARLA ALL’ASSEMBLEA, è un PREDICATORE
b) Puó SEMBRARE un PESSIMISTAun ATEO, un SENZA DIO; in realtà è un CREDENTE che si fa delle DOMANDE su tutto ció che accade attorno a lui e che METTE IN DISCUSSIONE tutta la sua EDUCAZIONE RICEVUTA.
c) Qohelet rimane sconcertato dalla REALTÀ COME APPARE A PRIMA VISTA, cioè:
*) da come vanno le cose nel mondo
*) dalle infinite stupidità che combina l’uomo sulla faccia della terra
*) da come Dio governa il mondo
d) Tuttavia afferma che Dio NON DEVE RENDERE CONTO A NESSUNO di quello che fa.
e) Alla fin fine possiamo dire che OGNUNO DI NOI, come persona intelligente che si pone delle domande e che si riflette, è QOHELET.

Sintesi generale
1) Tutto è vanità (vuoto, inutilità)
*) essere intelligente o essere stupido
*) fare il bene e fare il male
Tutto è insignificante! E perché? Perché a tutte e due le categorie di persone, all’intelligente e allo stupido, al buono e al cattivo, toccherà la stessa sorte: MORIRE.
E con la morte finisce tutto.

2) Molti fanno sforzi enormi
Per lavorare
Per arricchirsi
Per divertirsi
A CHE SERVE?  TUTTO È INUTILE!
Cosa rimane dopo la festa? GUSTO DI CENERE NELLA BOCCA!

3) A che serve la vita umana?
*) CHI LO SA!
*) La vita è un insieme di azioni sconnesse, senza senso e senza valore, che finisce con la vecchiaia e con la morte, morte che colpisce indistintamente il ricco e il povero, il buono e il cattivo, l’uomo e l’animale.
*) Ma come?! E Dio? Non premia i buoni e punisce i cattivi? L’Esperienza dice di no; anzi sembra dire tutto il contrario: ai cattivi va tutto bene e ai buoni va tutto male
*) E poi…Dio: E CHI LO CAPISCE? E chi siamo noi che pretendiamo di capire Dio?

4) Dio guida la storia e non deve rendere certamente a noi del suo operato. E poi, anche se rendesse conto, NOI NON SAREMMO IN GRADO DI CAPIRE NIENTE, avvolti come siamo nella nostra stupidità e nel nostro orgoglio ed egoismo.

5) L’unico atteggiamento valido per l’uomo per dare un senso alla sua vita é
*) Mantenersi umile
*) Amare Dio
*) Vivere secondo i suoi comandamenti

COMMENTO DETTAGLIATO

1, 1-3 (leggere): RIFLESSIONE SULLA REALTÀ IN GENERALE
Qohelet esprime qui una RADICALE PESSIMISTICA VISIONE DEL MONDO: tutto è vuoto, tutto è soffio di vento: la sapienza (2,26), le opere umane (1,14; 2,11.17), l’allegria umana (2,1), il dolore umano (2,23), il denaro (4,8; 5,9), l’ingiustizia (8,10.14), il desiderio (6,9), la gelosia (4,4), il ridere dello stupido (7,6), le parole dell’illuso (5,6), la giovinezza (11,10), tutta la vita (6,4.12; 7,15; 9,9).
Tutto, non si salva niente: il futuro (11,8), il destino (2,19), il successo (4,16), il fallimento (6,12).
E se c’è qualche altro caso non elencato qui, anche questo è VUOTO (2,21)

RIFLESSIONE

Qohelet qui si chiede, in pratica:
Che senso ha la vita?
Che ricava l’uomo da ogni sua fatica e da ogni suo affanno?
E lui stesso risponde:
Niente! Solo fastidio (2,23)
Solo disperazione (2, 18.20)
Solo nausea
E conclude: E allora, A CHE SERVE FATICARE SE SI FATICA PER NIENTE?
1, 4-11 (leggere): Qui Qohelet dice che TUTTO l’universo (terra sole vento acqua) (1, 4-7) e non solo qualche aspetto é monotono, fastidioso, noioso e stancante: che TUTTA LA STORIA (1, 8-1)  è colma di VUOTAGGINE e di RIPETIZIONI in attesa che sprofondino nella MORTE e nella DIMENTICANZA.

<SOTTO IL SOLE>
SOPRA IL SOLE egli non si spinge: IL GRANDE ASSENTE È IL CREATORE.

Considerazione su questa prima riflessione:

Qohelet va contro la tradizione biblica che aveva esaltato il NUOVO:
nuovi eventi, nuovi cieli, nuova terra, nuova alleanza, cuore nuovo, canto nuovo.
E ogni NOVITÀ suggerisce attesa, speranza.

Per Qohelet, invece, non c’è nulla da ASPETTARE, non c’è nulla da SPERARE, non c’è NULLA DI NUOVO. Ogni essere umano RIFÀ INTERA tutta l’ESPERIENZA UMANA: quella del dolore, quella dell’amore, quella dell’odio (9, 1-8), quella della solitudine, quella della comunitá (4, 9-12), quella della GRANDEZZA e della BASSEZZA, quella della GIUSTIZIA e della INGIUSTIZIA (7, 15-22), quella della SAPIENZA e della FOLLIA, della RICCHEZZA e della POVERTÀ
(5, 9-14).

CIASCUNO DI NOI RIPETE CIÓ CHE HA GIÁ FATTO MOLTE VOLTE, DICE CIÓ CHE HA GIÁ DETTO TANTE VOLTE E CIÓ CHE GLI ALTRI GLI HANNO DETTO

  • RIFLESSIONE SULLA VITA UMANA: 1, 12 – 2, 26
    Tutto questo testo è una FEROCE AUTOCRITICA DI TUTTA LA VITA, attraverso 2 aspetti che l’abbraccia tutta: 1) Il pensare e 2) il fare.
    1) IL PENSARE (1, 12-18): è un pugno di parole vuote.
    La grandezza dell’UOMO SAPIENTE è in realtá una schiavitú, una croce.
    La fame che l’uomo ha di sapere non è altro che: caccia di aria, desiderio di nulla, pascolo di vento.
    Che vantaggio ha il sapiente (che soffre), rispetto all’ignorante (che è beato nella sua ignoranza)? Nel pensare non si puó scoprire il senso del vivere
    2) IL FARE (2, 1-11): è un pugno di vento.
    Tutta l’esperienza di sesso e di amore (vino=simbolo di allegria).
    Tutte le imprese materiali (attivitá urbanistica, agricola, idraulica, economica…),
    TUTTO È SENZA SENSO: lavoro, fatica, palazzi, giardini, schiavi, cantanti, pranzi, gioielli, denaro, donne…, altro non sono che una manciata d’aria, una corsa verso il vento; solo qualche attimo di piacere: ma è un premio sufficiente (2,11)?
    CONCLUSIONE: Non c’è nessun valore SOTTO il sole: il NULLA dilaga nel cuore

ATTENZIONE: Non parla del TEMPIO (Dio, Liturgie, Religione, Spiritualitá…): si guarda bene dal dire che anche il Tempio NON HA SENSO!

CRISI DEL PENSARE (2, 12-16): Quale risultato produce una RICERCA cosí accurata (cioè il PENSARE)? Nessuna, dal momento che

  1. chi viene dopo, ripeterá ERRORI di prima, vorrá RIFARE tutto d’accapo, ignorando il pensare (la sapienza, l’esperienza) paterna. I figli che volgiono fare l’esperienza propria, ignorando l’insegnamento ricevuto!
  2. Il Sapiente e lo Stupido sono PARI di fronte alla Morte. La morte annulla ogni intrinseca superioritá; lo stesso destino tocca ad entrambi.
  3. Perché, allopra affannarsi nel riflettere, nello studiare, nel cercare di capire la realtá? 

    CRISI DEL FARE (2, 17-26): Disgusto della vita e delle cose: “Ho in odio la vita e ogni AZIONE (2, 17-18): I morti sono piú beati dei vivi, e chi non esiste ancora è piú beato degli altri due. 
    Inventare, creare, gioire per quello che si è fatto, è solo un’esperienza passeggera: a che serve?

                                                                       MA

Ma nell’oscuritá sostanziale della vita c’è un BENE (2, 24): MANGIARE – BERE – GODERE!
Sono segni visibili della benedizione divina: questo “bene” deve essere preso dalle mani di Dio. Ma non è il BENE SUPREMO, né la RETRIBUZIONE MERITATA, né la COMPENSAZIONE per il male che è la vita.
È solo una DATO DI FATTO, una ESPERIENZA: Dio ha scelto un momento per ROMPERE l’amarezza della vita. E chi puó dire qualcosa a Dio?
Peró, nonostante questi attimi di “bene” noi non cessiamo di essere dei FALLITI, anche se in quel momento noi sperimentiamo qualcosa di diverso, stabilito da Dio.

  • RIFLESSIONE SUL TEMPO: Il tempo è inafferrabile e immutabile (3,10-15)
    L’autore sacro condivide:
    1) l’idea tradizionale dell’ebraismo, cioè che la creazione è fatta secondo un progetto armonioso, illustrato nel racconto di Genesi dove si dice: Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto bello (Gn 1,31). Ad essa unisce un’altra idea:
    2) nella coscienza delle persone Dio ha messo il suo spirito che le apre al senso dell’infinito, del bene e del bello, al bisogno di Dio, di eternità. Per Qoèlet, però,
    3) la limitatezza dell’intelligenza umana è tale che nessuno può arrivare a capire l’agire di Dio nella storia, il suo progetto di salvezza e il senso di ciò che avviene. Per la mente umana tutto resta avvolto in un mistero incomprensibile.
    Allora Qoèlet
    4) ritorna, ancora una volta, alla sua saggezza spicciola e consiglia di non fare troppi sforzi per voler capire come va il mondo e perché succedono certe cose (come invece ha voluto fare lui), ma di cogliere al volo le poche occasioni di gioia che Dio concede all’uomo nella vita quotidiana. È meglio, allora, concentrarsi sul presente e cogliere il momento opportuno per godere un po’ di pace e di serenità. Del resto
    5) tutto è fissato e immutabile e la storia è un continuo ripetersi degli stessi fatti senza che sia possibile cambiare nulla, Solo Dio potrebbe intervenire a cambiare la storia alla quale gli uomini sono legati; ma Lui non interviene. Vuole solo che gli uomini riconoscano la sua grandezza e lo amino, cioè gli portino il rispetto che gli compete.

Nota bene: Qoèlet non poteva sapere (e non si aspettava neppure) che un giorno realmente Dio sarebbe venuto sulla terra per rompere il ciclo infernale del peccato e mostrare all’uomo il senso ultimo della vita! Vivere sempre con Dio nella felicitá: (Paradiso).

  • RIFLESSIONE SULLA RELIGIOSITÁ: 4,17 – 5,6

Dio è nei cieli e tu stai sulla terra (5, 1b): cioè, Dio è superiore all’uomo ed è sconosciuto all’uomo. L’uomo, invece, è meschino e balbettante

  • Mentre vai al Tempio (4,17), ricordati che:
    *) vai veramente a lodare Dio e non a fare profanazione
    *) la coerenza di vita e una vita dignitosa sono migliori di tanti sacrifici stupidi
    *) le chiese sono piene di stupidi e del loro vuoto devozionalismo.
  • Quando arrivi al Tempio (5, 1-2):
    *) Sii cauto nel pregare e nel lamentarti con Dio
    *) Dio detesta i chiacchieroni
    .) molte parole, molto vuoto
    .) una tempesta di preoccupazioni infastidisce Dio
    .) una bolgia di parole, alla fine si riducono a ridicola agitazione e a vano rumore
  • Attento agli impegni religiosi:
    *) Dio non sopporta gli stupidi che dicono e non fanno (leggere il bozzetto (5,5): il fedele che promette, poi va dal sacerdote e si fa dispensare!
    *) Dio è esigente e con lui non si scherza, né lo si deve prendere in giro.
    *) Dio esige rispetto

 CONCLUSIONE SULLA RELIGIOSITÀ:

Qohelet mette in guardia dal RISCHIO DI UNA RELIGIOSITÁ SUPERSTIZIOSA, VUOTA, INUTILE o FANATICA, fondata sulla ignoranza su tante formule e riti vuoti e inutili.

  • RIFLESSIONE SUL DENARO E SULLA RICCHEZZA: 5,9 – 6,12
    “Chi ama il denaro, mai di denaro è sazio” (5,9)
     1) Tutte le strutture politiche sono CORROTTE (5, 7-8). Lo Stato: È una gerarchia di sanguisughe. È una struttura compatta e mafiosa, i cui livelli si controllano reciprocamente e si difendono e chi ne fa le spese è il POVERACCIO schiacciato e umiliato.
    Qoohelet non invita neppure a meravigliarsi, tanto è vergognoso quanto fanno i politici.
    2) La fame insaziabile di ricchezza è una MALEDIZIONE (5, 9-11)
    *) maledizione per il ricco avaro (5,9)
    *) maledizione per il ricco spendaccione (5, 10)
    *) maledizione per il ricco in genere (5, 11)
    *) ed è anche una possibile FONTE DI DISPERAZIONE (5, 12-14)
    3) Riflessione morale sull’assurditá dell’arricchirsi (5, 15-16).
    La fatica per arricchirsi è in realtá un FATICARE PER IL VENTO.
    E allora? Che significato hanno tutte le fatiche che si sopportano per questo esigente “dio-denaro”, quando esso si rivela cosí FRAGILE e TRADITORE?
    4) Dopo aver ridicolizzato la ricchezza e il ricco, Qoohelet suggerisce una sua MODESTA PROPOSTA DI VITA: non perdere i rari momenti di serenitá e di gioia che appaiono nei nostri giorni di vita: BENI QUOTIDIANI E CASUALI, in mezzo al VENTO DELL’ESISTENZA. Essi sono un vero e proprio DONO DI DIO.

Abbiamo appena respirato un po’ (godendoci ogni tanto qualche dono di Dio) che ecco SUBITO un’altra SCIAGURA (6, 1-9):
*) Il PADRE (o padrone) che si affatica e NON gode e il FIGLIO (o un estraneo) che si abbuffa FELICE senza aver faticato.
*) UNO che ha faticato, ha messo su famiglia, ha fatto molti figli e poi NON HA SEPOLTURA (cioè non è ricordato piú!) (attenzione per capire questo, bisogna sapere che per gli orientali non avere sepoltura o non essere piú ricordati era il MASSIMO DELLE DISGRAZIE). È uno sventurato. Meglio un ABORTO. E allora? La ricerca dell’impossibile, la corsa al successo e alla ricchezza, i sogni…, ecc., sono CACCIA AL VENTO.
Meglio accontentarsi di godere qualche modesta realtá. E cosí finisce il viaggio nel mondo dorato del denaro e della ricchezza. Le luci sono spente sulla RICCHEZZA.
Ed ecco, allora, le ultime domande senza risposta o con risposta negativa (6,10-12):
*) Cosa si ricava dalla vita?
*) Cos’è il bene?
*) Chi puó predire il futuro?

In conclusione, qui Qoohelet ci vuole disintossicare dai miti della ricchezza, dell’economia, del potere, della scienza che pretende di sapere tutto.

  • ADDIO ALLA VITA: 11,7 – 12,8
    11, 7-10: Qui Qoohelet ci vuole invitare a non perdere la testa nei momenti favorevoli e a non dimenticare Dio.
    Anzi ci invita ad “innacquare” la gioia col ricordo dei giorni dolorosi, della vecchiaia, della morte, dei giorni infelici della vita, e cosí saremo coi piedi per terra.
    12, 1-8: La vecchiaia paragonata ad un bel castello in sfacelo (leggere il testo)
    Il disfacimento della vecchiaia è la piú autentica RAPPRESENTAZIONE DELLA VITA: un vecchio: solo, senza scopo, se non quello della Morte

        Ci fa compassione quest’uomo VECCHIO, DECREPITO, CURVO e SOLO:
        TUTTO IL SUO ORGOGLIO È SPENTO   F I N A L M E N T E !

  • (12, 9-14)
    *) Personalitá di Qoohelet (12, 9-12)
        . scrisse testi valide sotto l’ispirazione dell’UNICO PASTORE
        . disse cose giuste nel modo giusto
        . fu come un PUNGOLO
        . uní l’utile al dilettevole
    *) Il suo MESSAGGIO (12, 13-14):
    1) Rispettare – temere – amare Dio
    2) Osservare la sua legge
    3) Il giudizio di Dio attende ogni uomo

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