Commemorazione dei fedeli defunti Anno C
Dal Vangelo secondo Giovanni (6,37-40)
In quel tempo, Gesù disse alla folla: «Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me: colui che viene a me, io non lo caccerò fuori, perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. E questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno. Questa infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno».
Questa sera, 2 novembre, la nostra mente e il nostro cuore ricordano le persone care che ci hanno lasciato. La morte è una realtá più forte di noi, sulla quale noi non abbiamo alcun potere e che non riusciamo neppure a controllare. La morte, in generale, arriva, o all’improvviso, o al termine di una lunga sofferenza. Solo al suo pensiero, la morte riempie di paura i pensieri degli uomini. Ma chiediamoci: quando si muore, chi muore? Per alcuni, cioè per coloro che non hanno una visione religiosa della vita, ma hanno soltanto una visione materialistica, quando si muore, muore tutto, compreso Dio: non esiste piú niente. Questo, peró, non possiamo accettarlo. Per altri, invece, soprattutto per chi ha una visione anche religiosa dell’uomo e della vita, quando si muore, muore soltanto il corpo materiale. L’anima spirituale ritorna a Dio. Per noi cristiani, poi, Gesú ci dice di piú. Ci dice non solo che l’anima spirituale è una scintilla di Dio e che ritorna a Dio, ma ci dice anche che il corpo che ha ospitato l’anima spirituale durante questa vita, un giorno, cioè alla fine della storia umana, risorgerá. Allora la morte va vissuta come una liberazione dell’anima spirituale dal corpo; la morte va vissuta come una porta che fa uscire l’anima spirituale da una stanza piccola e buia e la fa entrare in una stanza enorme, senza limiti, luminosissima, dove c’è ancora vita e dove c’è tanta luce: Luce e Vita che è Dio stesso. Le esperienze più comuni vissute da chi é tornato a “vivere”, dopo un coma profondo, sono queste: 1) Tutti coloro che erano “morti” non volevano tornare indietro. 2) Dopo essere “morti”, avevano l’impressione di essere accolti da un essere pieno di amore, spesso un parente. 3) Dicevano anche che la morte era stata un’esperienza bellissima, forse la piú bella di tutta la loro esistenza. 4) Dopo la loro esperienza, una volta tornati nel loro corpo, non avevano piú paura della morte. E allora, se intendiamo la morte in senso cristiano, come il passaggio ad una vita molto piú completa e felice di questa, allora dobbiamo sapere che i nostri cari morti, che si sono addormentati in Cristo, sono più vivi di noi, perchè sono in Dio che è la Vita. E le persone care, quando stanno per lasciare questo mondo, anziché piangerle come disperati, dovremmo salutarle con amore, augurando loro “buon viaggio”, come auguriamo buon viaggio a coloro che per esempio fanno un viaggio di nozze o fanno una crociera; dovremmo pregare con serenitá per la loro anima, sapendo che non si tratta di reale distacco, ma solo un modo diverso di vivere. Non bisogna, quindi aver paura della morte fisica, ma di una vita sbagliata. Infatti una vista sbagliata, lontana dalla strada tracciata da Dio, porta alla vera morte che è quella non soltanto del corpo, ma anche dell’anima spirituale. E la morte dell’anima spirituale è l’inferno. Perció, per evitare la morte dell’anima spirituale, ascoltiamo la voce dei nostri cari che ci chiedono: A che punto sei con la tua vita? Che ne stai facendo della tua vita? Con la morte, quello che sarai, sarai! Raccoglierai soltanto i frutti che avrai prodotto fino all’ultimo respiro. Ora che sei ancora vivo, hai la possibilitá di imparare a vivere meglio. Se ami, vivrai meglio, sia su questa terra, sia nell’aldilá. Se non ami, non vivrai, né su questa terra, né nell’aldilá, perché vivere è amare. Non ti devi lasciare distrarre dalle cose inutili di questo mondo. Metti sempre Dio al primo posto. Se farai questo, vivrai! Ecco il messaggio che questa sera ci danno i nostri cari, con i quali abbiamo trascorso parte della nostra vita.