Festa della presentazione di Gesú al tempio Anno A – 2 Febbraio 2023

Dal Vangelo secondo Luca  2, 22-32

Venne per la madre e per il bambino il momento della loro purificazione, com’è stabilito dalla legge di Mosè. Maria e Giuseppe, allora, portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore. Sta scritto infatti nella legge del Signore: “Ogni maschio primogenito appartiene al Signore”. Essi offrirono anche il sacrificio stabilito dalla legge del Signore: un paio di tortore o due giovani colombi.
Viveva allora a Gerusalemme un uomo chiamato Simeone: un uomo retto e pieno di fede in Dio, che aspettava con fiducia la liberazione d’Israele. Lo Spirito Santo era con lui e gli aveva rivelato che non sarebbe morto prima di aver veduto il Messia mandato dal Signore. Mosso dallo Spirito Santo, Simeone andò nel Tempio dove s’incontrò con i genitori di Gesù, proprio mentre essi stavano portando il loro bambino per compiere quel che ordina la legge del Signore. Simeone allora prese il bambino tra le braccia e ringraziò Dio con queste parole: “Ormai, Signore, puoi lasciare che il tuo servo se ne vada in pace: la tua promessa si è compiuta. Con i miei occhi ho visto il Salvatore. Tu l’hai messo davanti a tutti i popoli: luce per illuminare le nazioni e gloria del tuo popolo, Israele”.

Oggi 2 Febbraio: sono 40 giorni dalla celebrazione del S. Natale. E fin dalle origini, la Chiesa ha deciso per questo giorno una festa speciale. La festa di oggi ha 3 nomi:
1) Festa della Presentazione del Signore al Tempio per offrirlo a Dio. Infatti la legge di Mosé diceva che ogni figlio primogenito appartiene al Signore. Ecco cosa diceva precisamente la legge di Mosé: “Ogni essere maschio che nasce per primo, da un altro essere vivente, sia degli uomini, sia degli animali, sará offerto al Signore. Sarà tuo, o Signore. Però farai riscattare il primogenito dell’uomo”. Mentre i primogeniti degli animali minuti erano offerti al Signore, con la loro uccisione, i primogeniti degli esseri umani e i primogeniti degli animali grossi, erano offerti al Signore, ma non venivano uccisi; la famiglia li poteva riscattare, offrendo al Signore, al posto del neonato, un agnello, se era una famiglia ricca; oppure offrendo al Signore un paio di colombe, se era una famiglia povera. E Maria e Giuseppe offrirono al Signore due colombe per riscattare Gesú, perché erano una famiglia povera.
2) Festa della Purificazione della beata Vergine Maria. Cosa vuol dire? Sempre secondo la legge di Mosé, tutte le donne erano obbligate a purificarsi dopo il parto, portando al Sacerdote un agnello o una colomba, secondo le proprie possibilitá economiche; il quale sacerdote poi l’avrebbe offerto a Dio con un sacrificio. La Santissima Vergine Maria non era obbligata alla legge della purificazione, perché divenuta madre per opera dello Spirito Santo, conservando la sua verginità. Ma questo la gente non lo sapeva. Per cui, Maria, essendo una ebrea fedele e praticante, rispettó la legge e fece ciò che le veniva richiesto. Dopo 40 giorni andò dal sacerdote con la dovuta offerta per essere dichiarata “purificata”.
3) Festa della “Candelora”. Perché è chiamata cosí? Perché nel Vangelo di Luca sta scritto che quando Maria e Giuseppe si presentarono al Tempio per offrire Gesú a Dio e poi riscattarlo con due colombe, incontrarono un uomo anziano di nome Simeone, e quello che disse costui, ispirato dallo Spirito Santo,
è il motivo per il quale la festa è chiamata Candelora. E che disse Simeone? Simeone disse: “Ora lascia, o Signore, che il tuo servo vada in pace secondo la tua parola; perché I MIEI OCCHI HAN VISTO LA TUA SALVEZZA, PREPARATA DA TE DAVANTI A TUTTI I POPOLI, LUCE PER ILLUMINARE LE GENTI e gloria del tuo popolo Israele” (Luca 2, 29-32). Simeone dichiarò che Gesù sarebbe stato una “LUCE”, e la Chiesa ha sviluppato l’usanza di accendere e benedire le candele in questo giorno. Storicamente, il sacerdote mette l’intenzione di benedire tutte le candele usate durante le Messe di tutto l’anno. Anche i fedeli ricevono le candele o le portano per tenerle in casa e accenderle ogni tanto, per significare che Gesú, Luce del mondo è presente nei loro cuori, nelle loro famiglie e nelle loro case. Cosa dobbiamo imparare dalla festa di oggi? Principalmente tre cose:
1. Ad obbedire esattamente alla legge di Dio, qualunque essa sia, come ha fatto la Santa Famiglia di Nazareth, senza cercare pretesti o scuse o motivi, per non osservarla.
2. A desiderare Dio solo, prima di ogni altra cosa e al di sopra di ogni altra cosa, e offrirci a Lui per fare sempre la sua divina volontà.
3. Ad essere umili, come Maria Vergine, che pur senza averne bisogno, si sottomise alla legge di Mosé,
e a purificarci sempre attraverso la preghiera e le opere di amore e di perdono.
I padri e le madri nella festa di oggi offrano i loro figli a Dio. E domandino a Lui la grazia che possano crescere e vivere cristianamente.

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