XIV Domenica T. O. Anno B – 7 Luglio 2024

VANGELO
Dal Vangelo secondo Marco 6,1-6

Gesù lasciò quel luogo e tornò nella sua città accompagnato dai discepoli. Quando fu sabato, cominciò a insegnare nella sinagoga. Molti di quelli che lo ascoltavano si meravigliavano e dicevano: “Ma dove ha imparato tutte queste cose? Chi gli ha dato tutta questa sapienza? Come mai è capace di compiere miracoli così grandi? Non è lui il falegname, figlio di Maria e il fratello di Giacomo, Ioses, Giuda e Simone? E le sue sorelle non vivono qui in mezzo a noi?”. Ed erano scandalizzati a causa di lui. Ma Gesù disse loro: “ Un profeta è disprezzato soprattutto nella sua patria, tra i suoi parenti e nella sua famiglia”. Così in quell´ambiente non ebbe la possibilità di fare miracoli (guarì soltanto pochi malati posando le mani su di loro). E si meravigliava del fatto che quella gente non avesse fede.

Quando un atleta diventa famoso, per esempio vincendo una medaglia d’oro alle Olimpiadi, ritornando al suo paese, viene festeggiato da tutto il paese e tutti sono onorati di avere un paesano cosí importante. O no! E cosí con altri grandi campioni: quando tornano in patria o nei loro paesi, vengono accolti in trionfo. Tutti gli riconoscono il successo avuto lontano da casa! Per Gesú non è stato cosí. Dappertutto nei villaggi vicini, nei diversi paesi della Palestina, Gesú aveva compiuto miracoli a non finire. Aveva parlato con autoritá facendo discorsi meravigliosi tanto che la gente rimaneva a bocca aperta, dicendo che nessuno aveva parlato come lui. Attirava dietro di sé una marea di gente che non si stancavano di ascoltarlo. Molti gli credevano quando diceva di essere Lui il Messia, cioè Colui che era stato mandato da Dio e che il popolo d’Israele aspettava. Molti lo cercavano per avere una guarigione o un miracolo. Ma quando torna nel suo paese, Gesú non viene capito, non viene creduto, non viene apprezzato, non ha successo! I suoi concittadini non lo portano in trionfo, non gli riconoscono il successo avuto negli altri paesi,! Eppure sarebbe stato così bello sentirsi onorati di avere come concittadino il Messia atteso da tutto il popolo d’Israele. Poter dire: ho giocato con Gesù da piccolo, ho comprato da Gesù le porte o le finestre, dato che faceva il falegname, ecc. No. Gesù non ha ricevuto il successo che di solito ottengono gli eroi dello sport quando tornano in patria vincitori di una medaglia o di una coppa. Anzi, Gesú per i suoi paesani di Nazareth era uno scandalo. Perché Gesú suscitava rabbia, stizza, irritazione, disapprovazione, shock negativo nella maggior parte dei suoi paesani? Perché Gesú era stato come loro, fino a poco tempo prima. Era stato il falegname del paese, per 17-18 anni, dopo la morte di Giuseppe. Non riuscivano a capire come potesse improvvisamente presentarsi come maestro e profeta pur non avendo studiato, come gli altri rabbini e senza una formazione religiosa ufficiale. Non riuscivano a capire come potesse essere lui il Messia, dal momento che lo conoscevano personalmente come un falegname qualsiasi di mestiere. C’era poi il fatto di tutti quei miracoli! Dove aveva imparato a farli? C’era qualcosa che non quadrava. E qui faceva capolino l’invidia e la gelosia, come succede ogni volta che si vuole screditare uno come noi, che è cresciuto con noi e che è piú capace, piú bravo e piú intelligente di noi! E lo liquidano come uno che è “impazzito”, come uno che è “posseduto dal demonio”, come uno che fa disonore a tutto il paese di Nazareth. Sta di fatto che “fuori” Gesú era creduto, apprezzato, seguito, amato, e “dentro” no. Questo a quel tempo! E oggi? Oggi è la fotocopia di quel tempo! Tanta gente segue Gesú, lo accetta, si converte e organizza la sua vita secondo i suoi insegnamenti e le sue indicazioni. Somigliano a quelli di “fuori” di 2000 anni fa. Altra gente sono come i suoi paesani. Non lo accolgono, non gli credono, non lo seguono, non lo amano e sono pieni di rabbia contro di lui. Perché? Perché Gesù ha predicato un messaggio radicale di amore anche verso i nemici; un messaggio di perdono da dare a tutti e sempre; un messaggio di rispetto della persona umana, come immagine di Dio, di valore della vita in ogni momento del suo sviluppo. Gesú ha predicato un messaggio di giustizia personale e sociale contro la corruzione e lo sfruttamento; ha predicato un messaggio di veritá contro l’ipocrisia e la falsitá; un messaggio di fede in Dio contro l’idolatria; ha predicato la fedeltá coniugale contro l’adulterio; il valore della famiglia contro il divorzio; ha predicato il distacco dai beni materiali, attraverso il loro uso onesto e corretto, condividendo il di piú, con chi ne ha di meno. Questi ed altri messaggi, questi ed altri insegnamenti che portano ad innalzare l’uomo nella sua vera e originale natura spirituale e divina, possono essere in contrasto con i vizi personali, con la ricerca del potere, della ricchezza, del piacere e con la voglia di vendetta presenti in tanta gente. Accettare il messaggio di Gesù vuol dire spesso cambiare in modo radicale il proprio modo di pensare e di vivere personale e sociale, il proprio modo di relazionarsi con gli altri. Accettare veramente il messaggio di Gesú vuol dire rivedere le proprie scelte, le proprie prioritá, i propri progetti, le proprie idee. E questo molta gente lo trova troppo impegnativo o addirittura indesiderabile e rinuncia! E rifiuta Cristo! Questo tanta gente! E noi?

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